venerdì 5 dicembre 2014

2014 last (French) post

Ed ecco che mi accingo a tornare a casa per Natale... 

Visto che è da un mese che non lavoro più, ed è quasi altrettanto che piove ininterrottamente, ho deciso di fare una lunga vacanzetta a casa per poi ritornare nella mia "Patria adottiva" a inizio gennaio. Ovviamente non tutte le pratiche burocratiche sono state portate a termine, mi mancano ancora un paio di documenti che Culturespaces non mi ha ancora consegnato, ma la cara e fidata Audrey dice che ci penserà lei a consegnare il mio dossier a Pole-Emploi e quindi posso tornare tranquilla.
Come dicevo il maltempo qui non dà tregua, per cui a parte qualche uscita a Montpellier il fine settimana (vedi foto del mojito gigante al Cubanito) non è che mi sia concessa granché e la cosa cominciava un po' a pesarmi. Sinceramente non mi dispiace affatto l'idea di tornare (sapendo però di ripartire, eheheh), sarà che comincio a sentire un po' l'atmosfera natalizia e che in fin dei conti sono più di sei mesi che non mi faccio vedere a casa... 
Ritornare per un breve periodo alla cara vecchia routine non sarà poi così male.

Per cui avevo intenzione di sospendere per un mesetto l'attività del blog, ma poi, pensando che in fin dei conti anche qui in Francia sono piuttosto seguita, mi sono detta che in fin dei conti se faccio qualcosa di interessante potrei anche azzardare qualche riga. A Belforte fare qualcosa di interessante mi pare una parola grossa, ma hai visto mai... Quindi i miei seguaci francesi stiano in campana, una notizia può arrivare da un momento all'altro!!
Nel frattempo... au revoir!


martedì 25 novembre 2014

Mamma che noia!

Ma chi lo dice che senza lavorare si sta bene? 
All'inizio ero contenta, pensando di avere un sacco di tempo per me, ma dopo una decina di giorni di riposo assoluto non ne posso già più! 
E' vero, potrei approfittarne ancora per fare qualche giretto, ma le condizioni meteo non sono proprio dalla mia parte, quindi mi ritrovo a passare delle lunghe giornate in casa a sperimentare nuove ricette, fare le faccende domestiche (ma senza esagerare!) e... parlare con i gatti!

La settimana scorsa, in una giornata un po' freddina ma soleggiata, sono andata a visitare il paesino di Uzès, a una mezz'oretta da Nimes; centro storico medievale, carino, con Cattedrale e Castello come da copione (ma il Castello non l'ho visitato a) perché troppo costoso e b) perché mi sembrava un peccato sprecare una così bella giornata stando al chiuso), ho avuto la "fortuna" di capitare nel giorno del mercato, una gioia per tutti i sensi perché tra dolci, formaggi, saponi profumati e fiori ce n'era davvero per tutti i gusti! 
Avrei voluto invece visitare il Giardino Medievale, ma essendo ormai la bassa stagione, non riaprirà prima di marzo... dommage!
Mi sono fermata a pranzo in una pizzeria del centro, dove, diffidando delle pizze "classiche" perché comunque c'è sempre qualcosa che non va, ho optato per una Flamiche (crème fraiche, porri, cipolla, formaggio, prosciutto) davvero deliziosa e un'abbondantissima crème brulée. 
Alla fine il proprietario mi ha pure offerto il caffè, sarà perché gli ho fatto pena tutta sola nel mio angoletto a leggere un libro per ingannare l'attesa?

Giovedì sera, giro sulla ruota panoramica con vista sull'Anfiteatro, e a seguire serata Beaujolais alla Bodeguita di Nimes con Audrey e Cloé, un po' freddino ma piacevole (molto chic stare seduti all'esterno sorseggiando vino mentre un pianista suona canzoni universalmente note, ma magistralmente riarrangiate strizzando un occhio al jazz, con tanto di plaid preparati ad hoc dalla direzione in caso di clienti troppo freddolosi).
Venerdì, invece, concerto di Dimoné al Rockstore di Montpellier con Laurie e altre due sue amiche, non senza aver fatto una sostina warm up pre-concerto. 
Infatti, iniziando il concerto alle 20 (lo so, è un orario strano, ma qui funziona così) ci siamo poste il problema se mangiare prima o dopo.
Parlando, viene fuori che da non molto ha aperto a due passi dalla Comédie una pizzeria strepitosa gestita da italiani, "Il Pizzaiolo". Decidiamo di andare lì, ma sono visibilmente in fase di apertura.
Così notiamo a fianco della pizzeria un locale carino, La Fabrik, che per soli 8,50 € ti dà una pinta di birra a loro scelta e una pizza della suddetta pizzeria. Detto fatto: paghiamo in anticipo, andiamo a chiedere la pizza direttamente alla pizzeria, ci sediamo nel locale con le nostre birre e le pizze arrivano qualche minuto dopo. Io ho preso una semplice margherita, ma posso dire che è sicuramente la pizza più buona che io abbia mai mangiato in Francia, e che potrebbe tranquillamente competere con le pizze de noantri...
E il concerto? Simpatico, ma alla fine non conoscendo l'artista lascia un po' il tempo che trova... In compenso il tipo è stato introdotto da un cantautore contrabbassista dal fantastico humour, ho davvero apprezzato.., peccato che non ricordo come si chiami!

E voilà, cerco quindi di ingannare il tempo un po' come posso (tra l'altro, ieri sera sono pure andata a vedere il nuovo film di Woody Allen, Magic in the Moonlight, e sono rimasta profondamente delusa), nell'attesa di poter tornare da Pole-Emploi per consegnare quel che mi manca per questo benedetto chomage e tornare a casa per le vacanze di Natale... 
Non avrei mai pensato di dirlo, ma comincio un po' a sentire la mancanza di casa, forse perché sono quasi sei mesi che non torno, forse perché le Feste si avvicinano... o forse semplicemente perché qui, a parte queste uscitine sporadiche, attualmente mi annoio da morire!

PS: in questo post ho deliberatamente omesso tutti gli accenti circonflessi... sono stufa di fare copia-incolla da Word!
Langue française, je te demande pardon.


giovedì 20 novembre 2014

Burocrazia... la linfa vitale mi porti via!

Come da copione, la storia si ripete: lunedì vado a iscrivermi dale-Emploi per avere il sussidio di disoccupazione, portando tutti i documenti elencati nella lista che mi hanno mandato al momento in cui ho preso appuntamento online, e invece... scopro che mi manca qualcosa!!
Innanzi tutto, pignolissimi, vogliono l'originale dell'Attestation le-Emploi e del Certificat de Travail che mi ha rilasciato Culturespaces (e invece io ho portato ahimé delle fotocopie), l'Attestation dei miei extra di novembre (che non ho ancora ricevuto da Parigi) e vogliono vedere la Carte Vitale (la vera, l'originale) di cui sono ancora sprovvista e che mi arriverà tra qualche mese. La tipa mi dice che non sarò penalizzata per questo ma che dovrò presentarmi subito qui appena la riceverò...

La cosa più grave, però, è che, essendo straniera, dovrei essere munita di un modulo U1. 
E qui sgrano gli occhi: che diavolo è?? 
Ebbene, se qualcuno tra voi vuole espatriare, lo sappia: prima di partire, bisogna farsi fare un modulo U1 che attesti le attività lavorative svolte in qualsiasi altro Paese UE. 
Io a febbraio sono partita talmente in fretta che questa cosa non mi ha neanche sfiorato il cervello.
E visto che in Francia (non so negli altri Paesi) per darti la disoccupazione vogliono sapere tutto quello che hai fatto negli ultimi 4 anni, è indispensabile questo benedetto U1.

Bene, dico alla tipa, a chi devo chiederlo in Italia? 
Non so, mi risponde.
Wow, ma sono la prima straniera che ti capita? Mi sembra strano, ma tutto può essere... Torno a casa, cerco su internet: sembra che sia di competenza dell'INPS. Una mail al mio commercialista in Italia, che mi conferma: è l'INPS che lo rilascia. 

Ok, cerco il numero dell'agenzia di Tolentino, ma ahimé una volta digitato il numero sei reindirizzato al Call Center, dove prima mi risponde un'operatrice che mi chiede di attendere in linea e riaggancia (?), mentre la seconda volta mi risponde un'altra tipa che mi aggredisce verbalmente appena pronuncio "U1" dicendomi "eh ma Signora (!) non siamo noi che rilasciamo queste attestazioni, questo è il Call Center (l'ha chiamato in un altro modo, non ricordo quale, quasi per darsi un tono), noi siamo qui per informare, gna gna gni gna gna gna...", brutta idiota, se mi lasciassi finire di parlare capiresti che volevo appunto solo chiederti DOVE CACCHIO LO TROVO QUESTO STRAMALEDETTO MODULO! 
Esterrefatta, chiudo la chiamata.

Mando una mail alla sede INPS di Tolentino, sottolineando che la cosa è urgente (ho tempo fino al 1° dicembre), qualcuno risponderà... Ingenuo ottimismo. Mai risposta arrivò.
Mi preme dire che, pensando di tornare un giorno in Italia, mi è venuto in mente che è valido anche l'inverso, quindi un giorno avrò bisogno di un U1 per il periodo lavorato qui. Trovato che è la DIRECCTE du Gard che lo rilascia, mando una mail per avere conferma. Il tipo mi risponde dopo sole tre ore, con un elenco di documenti da inviare scansionati per mail per ottenere il modulo. 
Ancora una volta, Francia batte Italia (non ne avevo alcun dubbio).

E siccome chi fa da sé fa per tre, trovo su internet una copia in PDF del modulo, lo invio via mail a mio padre, il quale lo porta dal mio commercialista che lo riempie per quanto riguarda i redditi degli anni scorsi; il suddetto mio padre si reca stamattina all'INPS per farlo compilare riguardo ai miei contributi e firmare da non so chi, e, guarda caso, si imbatte nella tipa che HA RICEVUTO LA MIA MAIL E L'HA PURE STAMPATA ma che, invece di rispondermi, come avrebbe fatto una qualsiasi persona normale, ha pensato "ma come ha fatto ad arrivarmi questa mail dalla Francia, mi conoscono pure là?" (parole testuali della tipa a mio padre).

Di fronte a parole del genere, come avere voglia di tornare in un Paese, anche se è il tuo Paese, che è fermo al Medioevo per usare un eufemismo e dove persone di tale calibro occupano i posti che occupano? Perché tanta mediocrità? 
E soprattutto, come frenarsi dall'irresistibile desiderio di spaccarle la faccia?

In breve, il documento sarà pronto per martedì prossimo (in teoria), e i miei dovranno spedirmelo per posta perché la signorina Pôle-Emploi vuole l'originale. Ma sarò felice e tranquilla solo quando lo avrò nelle mie mani, perché visto com'è iniziata questa storia può anche darsi che la busta vada persa durante il tragitto...
Speriamo di no!

venerdì 14 novembre 2014

Le village du "13"

Nuovo episodio di piogge annunciato per questo weekend (allerta arancione in diversi dipartimenti del Sud-Est), con Audrey approfitto di un inaspettato giovedi' di sole e cielo terso per andare alla scoperta di un altro inconturnable della zona... di che sto parlando? Ma di Châteauneuf du Pape, paesino a pochi chilometri da Orange, sede della prestigiosa AOC omonima.
Per i neofiti... vino!!!

Decidiamo di prendercela un po' comoda, cosi' dopo essermi preparata un panino per il pranzo (mica possiamo sempre mangiare al ristorante, siamo quasi disoccupate!) parto alla volta di Nîmes, passo a prendere Audrey a casa sua e ci dirigiamo verso la meta. 
Avendo io poca fortuna con le sbarre (vi ricordate quella del parcheggio di Aix?), all'uscita dell'autostrada il mio biglietto risulta "illeggibile" alla macchinetta, quindi mi vedo costretta, ancora una volta, a citofonare all'assistenza per permettermi di pagare e soprattutto di farmi uscire (la terza volta che succede cio' in nove mesi, credo sia un record da Guinnes dei primati).
Proseguiamo fino a Châteauneuf tra vigne dai colori indescrivibili (ma che fortuna venire qui con questo sole meraviglioso!), parcheggiamo, breve sosta all'Ufficio Turistico per prendere qualche dépliant e poi via, alla scoperta del villaggio, sormontato dalle rovine del Castello, fatto costruire da Papa Giovanni XXII nel XIV secolo. 
Dalla cima della collina si gode di un panorama favoloso a 360°, dominato al solito da sua maestà le Mont Ventoux, che ormai ho imparato a riconoscere grazie alla sua sommità "desertica"; le rovine del castello, maestose ed imponenti, lasciano solo immaginare lo splendore di questa residenza secondaria dei Papi di Avignone. 
Scendendo di nuovo in paese, percorriamo ancora viuzze e vicoletti dalle immancabili persiane azzurre (ma quanto mi piacciono?): un percorso che un essere umano qualunque, ad un'andatura normale, percorrerebbe in massimo dieci minuti, ma noi, colte dalla sindrome del turista giapponese, ci mettiamo almeno mezz'ora per tornare alla macchina a consumare l'agognato (e spartano) pranzo.

E nel primo pomeriggio ci dirigiamo al Musée du Vin Brotte (di proprietà della famiglia Brotte, produttrice di vini dal 1931), appena fuori dal centro storico, dove un'audioguida gratuita ci conduce alla scoperta del mestiere del vigneron. Scopriamo tutti i segreti dell'AOC Châteauneuf du Pape, compreso il fatto che qui sono tredici i vitigni utilizzati per produrre questi vini di altissima qualità (da qui il titolo del post). Percorso un po' tecnico ma interessantissimo (e ho scoperto di avere ancora dei ricordi di quanto appreso a Bordeaux), la visita si conclude con una degustazione commentata (gratuita) di 4 vini, tra cui la celeberrima Fiole du Pape. Che meraviglia per i sensi!

Ultima tappa: la Chocolaterie Castelain. Avevamo letto che qui facevano degustazioni con accostamenti vino-cioccolato, ateliers, ecc. ecc., e invece somma delusione: non siamo nella stagione buona, il tutto si è già concluso e la Chocolaterie in questo periodo altro non è che... un negozio di dolci artigianali! Ma ormai siamo qui, e che fai... non compri? Certo!
Magra consolazione: all'uscita troviamo nel sacchetto un quadratino, grande due pollici (miei, quindi piccoli), di (ottimo) cioccolato fondente amaro, che mostriamo orgogliose nella foto qui sopra.
E ce ne torniamo a casa, non senza esserci prima un po' intrufolate in un castello-hotel quattro stelle per rubare (ancora!) qualche scatto!

PS: buon compleanno, poulette!


martedì 11 novembre 2014

I love me balader

Mio Dio, ormai sono entrata talmente nel mio ruolo di "immigrata" che stavo iniziando a scrivere il post... in francese! E che dire quando ho le parole in francese ma non trovo quelle corrispondenti in italiano, pure mentre parlo su Skype con i miei? 
Fortuna che la pubblicità della San Pellegrino con Pierfrancesco Favino, Suor Cristina (o Soeur Cristinà, come la chiamano qui) su tutti i canali tv e stazioni radio e Montalbano su France 3 (Montalbano e Mimì Augello che parlano francese sono ai limiti della cacofonia!) mi riconducono di tanto in tanto alle mie italiche origini...

Passata la mia prima settimana da "senza lavoro scansafatiche", o fainéante come sarei definita qui, mi concedo ancora dei giretti di approfondimento culturale locale. Ad esempio, sabato pomeriggio, con Audrey e Cloé, siamo andate a visitare le rovine dell'oppidum gallo-romano di Laudun-l'Ardoise, a una cinquantina di chilometri a nord di Nîmes. In realtà l'oppidum si trova in cima alla collina dietro al paesino, su un altopiano chiamato le Camp de César, che chiamare altopiano è quasi riduttivo: una volta in cima si ha una vista mozzafiato sulla valle del Rodano e sul Monte Ventoso.

Mura romane che ancora conservano una torre, la porta d'ingresso, una basilica di epoca augustea, il foro... tutto ben tenuto, peccato la penuria di cartelli esplicativi che forse avrebbero aiutato un po' di più la comprensione del sito (che però è aperto a tutti e ad ingresso gratuito, e che bisogna guadagnarsi dopo un'"ascensione" piuttosto ripida di 600-700 metri).
In compenso ogni tanto ci sono riproduzioni di statue di vari personaggi, e noi al solito non abbiamo resistito e ci siamo dovute fare delle foto un po' à la con sedute sulle ginocchia del prefetto dell'annona... 
Scese dall'altopiano, breve sosta goûter al parcheggio, dove Cloé tira fuori delle brioches alle gocce di cioccolato che servono a compensare le energie perse durante la "scalata". Sulla via del ritorno, piccola fermata in paese, dove visitiamo la chiesa Notre-Dame-la-Neuve, tanto maestosa, gotica, massiccia e possente all'esterno, quanto deludente all'interno (completamente snaturata e con le enormi finestre murate!). 
Riprendiamo mestamente la via del ritorno sul far della sera... e visto che la sera prima abbiamo fatto pure un po' baldorietta a Nîmes (tra la soirée Talons Fromage e il Barberousse) sabato sera non metto il naso fuori di casa!

E oggi, 11 novembre, festa nazionale, con Audrey siamo andate alle Saintes-Maries-de-la Mer per il Festival d'Abrivados, una sorta di "corsa" dei tori guidati dai gardians a cavallo. Inizio con un'ora di ritardo (ma prima c'erano pure le celebrazioni per l'armistizio della 1a Guerra Mondiale), vento gelido che ha impazzato per tutta la giornata (come sempre accade qui), abbiamo aspettato l'arrivo della "corsa" a pochi passi dall'arena. 
Certo, se avessimo visto i cavalli correre sulla spiaggia, criniere al vento, con le onde a fare da sfondo (immagine suggerita sapientemente da Audrey) sarebbe stata tutta un'altra cosa... ma forse avrebbe fatto un po' troppo cliché!

Pranzo di pesce non molto distante (ho mangiato un gratin da leccarsi i baffi), e pomeriggio al Parco Ornitologico Pont de Gau a qualche chilometro dal paese. 
Cicogne, aironi cenerini, anatre di ogni sorta, pure una nutria che si puliva al sole e un pesce che è spuntato dall'acqua chiedendoci del cibo, ma sono i fenicotteri a prevalere. Già si fanno sentire appena entri nel Parco (fanno un verso assordante!), ma poi quando li vedi lì, tutti insieme, tutti rosa, sono davvero impressionanti! A parte il fatto che hanno una "faccia" e uno sguardo un po' tra il sornione e il tonto (e qui mi viene in mente la scena di Alice nel Paese delle Meraviglie in cui la Regina di Cuori invita Alice a giocare una partita di croquet), ma la cosa meravigliosa è che fanno tutti gli stessi movimenti, e quando assistiamo alla loro "merenda" (nel Parco è il personale che li nutre), si muovono come pecore avanti e indietro, ne basta uno che si sposta... e via! tutti gli vanno dietro.
Roba da matti!

Ma se oggi è stata una giornata piuttosto a tema "naturale", la prossima sarà "che goduria per le papille gustative". Volete sapere perché?
Aspettate la prossima puntata.



martedì 4 novembre 2014

Enfin...libre!

E voilà, ottobre se n'è andato e sto per diventare ufficialmente una chômeuse... 

Infatti, nonostante faccia ancora qualche ora qua e là, ho già potuto prendere rendez-vous con un consigliere Pôle Emploi per vedere un po' quello che mi tocca... Nel frattempo, prima di tediarvi ancora una volta con le mie beghe burocratiche (ma quando ce vo', ce vo'), mi godo la mia ritrovata libertà.

Già venerdì, mio primo giorno di riposo, non mi sono riposata per niente, ma ho fatto Arles tappa seconda. Come forse qualcuno ricorderà (non ricordate? male!) ad aprile avevo acquistato un biglietto valido per tutti i monumenti della città, ma ovviamente non avevo potuto vedere tutto in giornata, così mi ero ripromessa di tornare, anche per vedere la mostra su Van Gogh. 

Troppo tardi, la mostra è già finita, ma in compenso ho potuto vedere le Terme di Costantino, il Museo Réattu (cui appartiene il Picasso a lato) e la necropoli Alyscamps. 
Come solito, accoglienza tiepiduccia del personale, nessun supporto di visita, ormai ci ho fatto il callo, Arles è così. 
Ma, penso, per fortuna a pranzo troverò la fantastica tarte ai porri, mozzarella e zucchine al Grillon, dove avevo mangiato l'altra volta. Mi siedo, ordino e già noto personale diverso: vabbé, mi dico, avranno cambiato camerieri. E invece no, purtoppo tutto è cambiato: la mia cara tarte fait maison ha lasciato il posto ad un'untuosissima pasta sfoglia industriale con un miscuglio imprecisato al di sopra... Se non l'avessi saputo, mai e poi mai avrei indovinato gli ingredienti!

Così, abbastanza delusa dai monumenti e direi scioccata dal pranzo, rientro nel primo pomeriggio, e trovo già gente mascherata per strada. E sì, perché è Halloween, che notoriamente io detesto: e non è un caso che la sera stessa partecipi ad una serata dichiaratamente anti Halloween dove la parola d'ordine è... venite vestiti normali!

Ma niente baldoria, il sabato sveglia presto perché con Audrey abbiamo programmato una giornata a Aix-en-Provence. Meeting point a Arles, dove carico ma poulette e quella matterella di Cloé, e via, ci dirigiamo verso la meta.
C'è da dire che "programmato" è proprio il termine giusto per definire la giornata: infatti Audrey, da vera professionista del turismo (persino più pignola di me) ha stilato una lista degli immancabili di Aix, con tanto di piantina a fronte, e addirittura ha già calcolato quanto spenderemo a testa tra carburante e autostrada... A questo punto, non resta che lasciarsi condurre dal navigatore direttamente a casa di Césanne!

Sembra facile, in realtà credo abbiano cambiato diversi sensi di marcia in centro città perché il navigatore ha perso completamente la bussola una volta arrivati là. Fortunatamente, il mio navigatore "umano" (ma poulette, appunto) mi indirizza un po', e dopo aver vagato una decina di minuti per trovare parcheggio, finalmente approdiamo all'atelier del Maestro.

Che dire, un'emozione: pensare che lì sono nate tutte le nature morte che ho visto sui libri di storia dell'arte, guardare fuori dalle finestre e vedere quella luce così intensa che si ritrova sulle tele, vedere ancora tutti i suoi oggetti al loro posto... peccato che le foto siano vietate!

Riprendiamo la macchina e ci ri-dirigiamo verso il centro (l'atelier di Cézanne è nella parte alta della città). 
Rassegnate all'idea che mai e poi mai troveremo un parcheggio gratuito e all'aria aperta, ci dirigiamo verso il parcheggio sotterraneo a (lauto) pagamento. In genere io ho un po' il terrore di questi parcheggi: ho paura di non ritrovare la macchina, di non trovare l'uscita per i pedoni, di restare bloccata sottoterra... ma stavolta mi dico: sono in compagnia, che vorrà succedere? 
Fila chilometrica, prendo il biglietto all'ingresso (livello -3), e che succede? Non si alza la sbarra. Fortuna che c'è un omino più in là dietro il vetro, che lavora pure se è il 1° novembre, mi sbraccio un po' e gli faccio cenno che la sbarra non si alza. Mi dice: ma il biglietto ce l'hai? Lo sventolo in aria. E l'omino mi alza la sbarra. Da notare che è già la seconda volta che mi succede, ma l'altra volta era in uscita dall'aeroporto di Marsiglia... molto peggio, mi ero già immaginata di dover passare la notte nel parcheggio.

E quindi, uscite a riveder le stelle, ci troviamo accanto all'Ufficio turistico. Salutata a modo nostro la statua di Cézanne, che qui è veramente ovunque, percorriamo Cours Mirabeau, andiamo a dare un'occhiata ai lavori all'Hotel de Caumont, sito Culturespaces che aprirà a maggio dell'anno prossimo, e a pranzo ci spariamo un bel (e buono) piatto di cannelloni al brocciu, formaggio còrso.
In terrasse, al sole di Provenza... che chiedere di più?

Pomeriggio: Musée Granet (anche qui foto vietate, sigh), Cathédrale Saint-Sauveur (mio Dio, quanti stili sovrapposti!), Pavillon de Vendôme (dove Cloé ha fatto la Petite Sirène a bordo della fontana) e in mezzo piazze, vie, vicoli e vicoletti pieni di gente, boutiques e negozi di ogni leccornia concepita dall'essere umano provenzale (uno su tutti: il calisson). Ma essendoci ingozzate come oche a pranzo, siamo state brave e non ci siamo fatte tentare... solo qualche tartelette al cioccolato sulla strada del ritorno!

PS: questo post è dedicato a Audrey, che domattina avrà qualcosa da leggere che la terrà occupata almeno 5 minuti (e altri 5 per tradurre le parole che non sa), cosa che le farà pesare di meno la mia assenza e la sua grande solitudine al lavoro, in questo periodo di secca turistica.

Un ringraziamento particolare a Cloé per le tartelettes, squisite!



lunedì 27 ottobre 2014

Manuale del "giovane" emigrato

"Sfogliando" La Repubblica di stamattina, leggo che Renzi alla Leopolda n.5 ha affermato che il posto fisso non c'è più. Bella scoperta! Te ne accorgi solo ora? "E' uno shock psicologico enorme perdere il lavoro, cosa fai? Vai al centro dell'impiego, ti iscrivi, senti tutta la solitudine..." Con tutto il rispetto, Renzi, ma tu che ne sai dello shock psicologico del perdere il lavoro? La conosci la frustrazione del non sapere cosa farai domani?
Va bene constatare l'esistenza di un problema, ma al problema bisogna trovare una soluzione!
Ed è una vita che ce ne promettete una...
 
E mi viene da pensare che forse ho fatto proprio bene a partire, certo, la Francia non è che stia messa tanto meglio, pero' almeno se ti sai muovere qualche chance in più ce l'hai...
Nel caso qualcuno sia interessato, riassumo brevemente le tappe fondamentali del migrante (in Francia, ma credo che valga un po' ovunque).
 
Tappa n.1: trovare un lavoro prima di partire. Se arrivi e non hai un lavoro, non puoi fare praticamente nulla, a partire dall'alloggio (ovviamente chiedono delle garanzie, e danno un'occhiata al tuo contratto e al tuo salario), a meno che non si abbia la fortuna di avere qualcuno che ti ospiti per i primi tempi. Diversi sono i siti da consultare, a partire da Pôle Emploi.
 
Tappa n.2: trovare una casa. Per fare qualunque cosa, ti chiedono un certificato di domicilio, e se non ce l'hai non c'è santo che tenga, non si commuovono neanche un po'. Una volta trovata casa, puoi aprire un conto corrente (a patto che tu abbia già un lavoro), fare la tessera per l'abbonamento ai mezzi pubblici, chiedere la Carte Vitale, ossia la tessera sanitaria...
Meglio evitare le agenzie immobiliari, le commissioni sono alle stelle e i prezzi per l'affitto pure. La cosa migliore da fare, rivolgersi direttamente ai proprietari, il primo sito da consultare Le bon coin.
 
Tappa n.3 aprire un conto corrente. Se lavori, non c'è nessuno che ti paghi in contanti, ma ti fanno un bonifico o ti danno un assegno, che pero' non puoi cambiare da nessuna parte se non hai un conto corrente (a Bordeaux avevo ricevuto un assegno premio, ma ho dovuto aspettare di tornare in Italia per cambiarlo).  
Per gli stranieri, l'istituto dove è più semplice aprire un conto è la Banque Postale (costo annuale 61,00 €), ma ci sono anche diversi conti online gratuiti (farà old style, ma purtroppo io sono ancora un po' diffidente in merito).
 
Arrivati alla tappa n.3, si è già a buon punto. Si puo' sottoscrivere una mutuelle per i rimborsi delle spese sanitarie (a patto di avere un numero di sécurité sociale, che si puo' avere solo se si lavora da almeno 4 o 6 mesi, non ricordo più), si puo' prendere uno dei numerosi forfaits telefonici, per il quale è indispensabile il conto corrente  (io ho un forfait Free a 2€ al mese, ma all'inizio avevo una ricaricabile Lycamobile, che puoi ordinare su internet e ti arriva a casa, ma devi avere una casa!)... insomma, puoi iniziare a sentirti un po' meno "nuovo arrivato".

Ora, io non è che voglia incitare ad un abbandono di massa del paese natio, pero' un pensierino fatecelo se ne avete la possibilità. Se non altro per ampliare un po' le vedute e per un arricchimento personale tout court.
E' un'esperienza che ti apre gli occhi su tante cose, te stessa in primis.
Poi un giorno, quando tutto cio' che deve essere rottamato sarà scomparso, e quando si avrà speranza di poter trovare un posto di lavoro senza dover supplicare qualcuno perché ti raccomandi a qualcun'altro, forse si tornerà a casa.
Matteo, ho (una tiepida) fiducia in te.
 
 

domenica 26 ottobre 2014

Chiusa una porta... si apre un portone?

Ed eccoci qua, arrivati al capolinea. 

Il 31 ottobre scade ufficialmente il mio contratto, anche se lavorerò 3 mezze giornate a novembre per colmare i vuoti (il cinema resta comunque aperto, ma con orari invernali ridotti). La situazione impone un bilancio.

Mi dispiace? Non tanto: ultimamente le presenze erano calate parecchio, e personalmente durante la giornata mi annoiavo un bel po' (la settimana scorsa, in preda alla disperazione, mi sono ritrovata a comprare una copia di Glamour). Non vedrò più Audrey tutti i giorni, ma abbiamo già detto che dobbiamo farci un po' di giretti insieme, quindi so già che non ci perderemo di vista, il problema non sussiste. Per cui, non posso che vedere punti positivi: finalmente avrò più tempo per me, potrò tornare a dedicarmi alla scoperta della regione - perché non l'ho mica vista tutta! - e lo stipendio di ottobre sarà bello cicciotto (con la liquidazione e le ferie pagate). 

So che state pensando: ma se non guadagni più, di che campi, d'aria? 
E no, è qui che sta il bello. Per la prima volta nella mia vita, non mi preoccupa più di tanto il fatto di rimanere disoccupata. Avendo lavorato per più di quattro mesi, ed avendo pagato i contributi, mi spetta il diritto al sussidio di disoccupazione, quindi mi basterà fare domanda presso Pole Emploi e per 8 mesi in teoria dovrei stare coperta (Santa Francia, patria dei diritti!). 
Certo, non farò una vita da nababbo, ma sopravviverò più che bene. 
Nel frattempo, continuerò a cercare altro, ma per anticipare i tempi ho iniziato a mandare curriculum già da metà settembre.

E non so spiegare perché, visto che io in genere sono di un pessimismo cosmico, tale che Giacomino (Leopardi) mi fa proprio un baffo, dicevo non so perché ma il mio spirito è pervaso da una strana sensazione, che oserei quasi definire timido ottimismo. Sarà che ho mandato curriculum praticamente ovunque, pure in Bretagna (ma per lavori che hanno un senso per me e che arricchirebbero il mio percorso professionale, mica così a uffa!), ma di tanto in tanto mi sorprendo a fantasticare sulla mia vita futura imminente, sulla città dove potrei vivere, sulle nuove prospettive che mi si potrebbero aprire... Poi magari sarà  solo un sogno, però questo vivere un po' in "sospensione" mi tiene in costante (positivo) allarme, sempre sul chi va là, pronta a captare qualsiasi onda nell'aria.
Mi sa che mi sta proprio venendo voglia di trasferirmi altrove... ma a casa comunque non ci torno. Ora che mi sono resa conto di potermela cavare, di sapermi adattare, ora che ho ottenuto il numero di sécurité sociale e che ho pure diritto al medico generico, non ci penso proprio a tornare.
Chi non voleva più vedermi, può stare tranquillo!

PS: per i puristi, lo so benissimo che il plurale di "curriculum" è "curricula" (io e il latino ci conosciamo parecchio assai), ma scrivere "curricula" nel bel mezzo di una frase mi sa di saccenza, quindi ho optato per una versione più pop(olare)!



lunedì 20 ottobre 2014

Visiting time/2

Come preannunciato nel post precedente, questa settimana ancora tempo di  visite, ma stavolta sono io che sono partita alla volta di... (per l'ennesima volta) Bordeaux!
Che ci posso fare, questa città mi piace troppo, e quando ne ho occasione ci torno più che volentieri!
Il "pretesto" era quello di andare a trovare Laurent, il mio capo ai tempi dello stage là-bas, che ad agosto è diventato papà di Pierre-Louis. Come non andare a fare la sua conoscenza? 
Detto fatto: tre mesi fa avevo già prenotato il volo Ryanair da Marsiglia (ma perché da Montpellier non parte mai qualcosa che mi fa comodo?), pagato soli 39,99 €, e avevo già pianificato il weekend. 

C'è da dire che due settimane fa, sul sito Pole Emploi, trovo un'offerta di lavoro poco distante da Bordeaux, un CDI (contratto a tempo indeterminato) per fare visite guidate in una proprietà vinicola. Senza perdere neanche un nanosecondo, invio il mio CV e mi rispondono subito dicendomi che posso fare il colloquio venerdi' 17 nel pomeriggio... e capita a fagiuolo, perché io arrivo a Bordeaux a mezzogiorno proprio di quel giorno li'!
E' un segno, mi dico, vuoi vedere che finalmente stavolta...
Senonché, due giorni prima della partenza, Laurent mi invia un sms, dicendomi che Charlotte, una mia ex collega a Bordeaux, ha saputo che la ragazza che doveva partire dal castello in questione non parte più, e quindi niente colloquio. Incredula (perché non avvertire prima, dico io?), chiamo il castello e chiedo lumi, e la versione è confermata: per ora la ragazza rimane, ma dovrebbe partire tra qualche mese, quindi il colloquio è solo rimandato e mi richiameranno (dicono, ma poi lo faranno sul serio?)...
E va bé, potevo ottimizzare il viaggio, e invece, semmai mi dovessero richiamare, mi toccherà ritornare, in fondo è solo un'ora di aereo...

E cosi' venerdi' mattina parto alle 7.30 da casa per essere circa alle 9 a Marsiglia, penso così vado comoda, tanto ho l'aereo alle 10.45... Ma mi era sfuggito che qui iniziano le vacanze della Toussaint (il 1° novembre), che durano la bellezza di due settimane, e quindi je galère déjà pas mal per trovare posto nel parcheggio coperto (dato che pago, parcheggio con stile, no?), e non vi dico la fila chilometrica al controllo dei bagagli... una volta arrivata alla sala d'attesa, ho aspettato solo 10 minuti!

Arrivata a Bordeaux in perfetto orario, bus n.3, tram C e treno fino a Saint-Loubès, dove Marine, la moglie di Laurent, viene a recuperarmi. Una volta a casa, trovo Pierre-Louis ben sveglio e sorridente tra le braccia del papà... che amore! 
Serata tranquilla à la maison, il giorno dopo a passeggio per il centro di Bordeaux, strade brulicanti come al solito, les Quais (quanti ricordi, che nostalgia!!!), e la sera cena con alcuni ex colleghi di Pape Clément al Fuxia a Quinconces. Ma non rientriamo troppo tardi, il pupo non puo' mica fare vita mondana già a due mesi e mezzo!

E ieri sera già di ritorno, sorvolando Marsiglia prima dell'atterraggio ho già voglia di ripartire... meno male che con Audrey abbiamo deciso di festeggiare la fine del contratto con un bel viaggetto!
Resta solo da vedere dove...



giovedì 16 ottobre 2014

Visiting time/1

Lo scorso fine settimana weekend in famiglia.
No, io non sono andata da nessuna parte. E' la famiglia che è venuta da me.
Infatti, approfittando del fatto che è stato il mio compleanno, che l'ho passato da sola (ma quando mai?), ecc. ecc., mia madre, che ormai sembra non avere più paura dell'aereo, da quando ha fatto la "follia" di salire per la prima volta su un aereo per raggiungermi a Bordeaux, è venuta a farmi una visitina.
 
Partita giovedi' da Fiumicino insieme a mia zia Liliana, sono andata a "recuperarla" all'aeroporto di Montpellier, dove ho scoperto che il depose minute è davvero minute, nel senso che non c'è un'area dove puoi sostare quei 5-10 minuti in attesa dei tuoi cari, ma li devi acchiappare al volo all'uscita dell'aeroporto, perché c'è solo una vietta ad una corsia dove non solo non ti puoi fermare, ma ti devi pure spicciare a caricarli perché senno' quelli dietro di te si innervosiscono.
Bisogna anche dire che sono capitate nel weekend di massima allerta meteo (alerte rouge), piogge torrenziali hanno devastato mezzo sud della Francia, e i dipartimenti del Gard e dell'Hérault sono stati particolarmente colpiti.
Quindi, il programma di visita che avevo meticolosamente preparato, con tanto di sosta toilette prevista sull'autostrada in direzione Uzès, è andato a farsi benedire, e mi sono dovuta dare all'improvvisazione.
Un gioco da ragazzi per chi lavora nel turismo, no?
 
Cosi' appena arrivate, approfittando del mio unico giorno libero durante tutta la loro permanenza, le ho portate a Les Baux de Provence (da notare che in Provenza per tutto il weekend c'è stato un sole meraviglioso, mentre da noi si scatenava il putiferio), dove abbiamo visto le Carrières de Lumières e il Castello (e visto che io c'ero già stata ho fatto un po' da cicerone), e dove hanno potuto dare libero sfogo ai loro portafogli, tra tessuti provenzali, calamite, cicale di tutte le forme e dolcetti di ogni sorta.
 
Il giorno seguente, ero in libera uscita solo nel pomeriggio, e siamo andate a fare un giretto a Les Saintes Maries de la Mer, dopo aver mangiato a più non posso da Aqueste-Ko. Anche questa era una tappa che avevo già fatto, ma abbiamo avuto la fortuna di trovare aperta la scala che conduce in cima al Santuario dei Gitani, e cosi' abbiamo potuto ammirare il panorama dall'alto (cosa che non avevo potuto fare l'altra volta).


E sabato mattina, visita alla Cathédrale de Maguelone, novità anche per me.
Cielo limpido, sole ferragostano, abbiamo parcheggiato quasi direttamente sur place (ora si puo' perché è bassa stagione, altrimenti bisognerebbe parcheggiare più lontano e prendere una navetta) e passando per la stradina che conduce all'isola abbiamo visto una quantità impressionante di fenicotteri rosa con la testa immersa nell'acqua (suppongo stessero facendo "merenda", visto che li' è pieno di pesci).
Si tratta di una cattedrale costruita nell'XI secolo su un'isola nel bel mezzo degli stagni, un sito occupato già nell'antichità e distrutto nel 737 da Carlo Martello (si', proprio quello della canzone di De André).
Rimaneggiata più volte, oggi è stata completamente restaurata (scavi archeologici sono ancora in corso nel chiostro), ed è di una bellezza sconcertante - per me che sono fan dell'arte romanica è una goduria! -. E' un connubio perfettamente riuscito tra architettura, natura "selvaggia" e vigneti che circondano in lungo e in largo la cattedrale, e in più si è a due passi dalle spiagge... davvero una meraviglia.

E dopo un pomeriggio lavorativo per me (e una passegiata per le vie di Aigues-Mortes per loro), cosa c'è di meglio che una buona cenetta? Siamo andate alla Gourmandine, dove non ero mai stata, ma che ho scelto in base ai commenti su Tripadvisor. E devo dire che abbiamo mangiato delle ottime galettes, la mia poteva davvero competere con quelle che mangiavo da Imogène a Parigi, e pure le mie ospiti sono state soddisfatte (sospiro di sollievo, mia madre ogni tanto ha problemi con la cucina francese. Se penso che detesta le chèvre... ma come si fa?).
E domenica mattina, dopo aver chiuso in anticipo il cinema per l'ennesima allerta meteo, le ho riaccompagnate all'aeroporto di Montpellier, da dove sono ripartita piuttosto in fretta dopo aver consumato un rapido panino, temendo il cataclisma che mi avrebbe bloccato in superstrada.
Per fortuna tutto è andato per il meglio, solo tanto vento mentre rientravo e il loro aereo è partito in perfetto orario (ed è atterrato a Roma, dopo qualche turbolenza, altrettanto puntuale).

E questo weekend, sarà ancora tempo di visite...


 

mercoledì 8 ottobre 2014

Birthday time!

Come accade (purtroppo) ogni anno, anche stavolta è giunta l'ora del mio compleanno, che, come sempre, non ho affatto voglia di festeggiare... Ma si dà il caso che Jonathan compia gli anni 2 giorni prima di me, cosi' decidiamo di "festeggiare" insieme, con il resto della ciurma. 

La data prescelta è sabato 6 ottobre, mangeremo al ristorante le Bouzou di Castelnau-le-Lez, per poi proseguire la "festa" alla Petite Scène a Montpellier.

Ma, visto che la serata si preannuncia impegnativa, è necessario un piccolo warm up, ed ecco allora che ci siamo trovati, in versione ridotta, a festeggiare l'Oktober Fest al V&B di Lattes giovedi' scorso.

Appuntamento alle 19, in questo posto metà negozio metà bar, con Jérôme, Fanny e Cédric (che pero' arriva un po' in ritardo causa piccolo souci au boulot), ci aspettiamo di bere della (se non ottima, almeno decente) birra tedesca e di mangiare specialità teutoniche, come tra l'altro recitava il menù che ci ha convinti a venire qui.

Ma già alla prima birra ci rendiamo conto della piège: il cameriere rovescia metà della birra spillata sul bancone, si intreccia col conto e nel darci il resto e come se non bastasse la birra è scialaquatissima! 
E per cena non va meglio: passi il maiale allo spiedo insieme alle sue (sciape!) patate al cartoccio, ma i bretzel erano più elastici di una ciccingomma e il dessert era un qualcosa di bruciato con sopra qualcos'altro che assomigliava vagamente a panna ma che panna non era! 
Se non altro pero' la compagnia era ottima...

E sabato, cena a buffet in questo meraviglioso ristorante multietnico, dove si puo' gustare davvero di tutto, dal pollo tandoori alle patate fritte wasabi, passando dalla carne di coccodrillo a quella di lama. 
Io personalmente ho assaggiato un po' di tutto, ma sulle carni non sono stata molto "esotica", lo sforzo massimo che sono riuscita a fare (come potevo mangiarmi un pezzo di canguro o di lama?) sono state due fettine di squalo, che come gusto è piuttosto simile al pesce spada. 
Jonathan si è mangiato pure i grilli e Cédric ha assaggiato quasi senza battere ciglio tutte le terrine dei peperoncini, dal più tenue al più piccante, mentre Louis-David ha cercato tutta la sera di trovare un modo per bere una bevanda a terra con la cannuccia extra long che avevamo avuto in dotazione per l'aperitivo... alla fine se l'è portata via (e ha preteso che noi facessimo altrettanto!), nonostante fosse in bici, e ha avuto pure il coraggio di usarla alla Petite Scène!

E io che credevo che i Francesi queste cose non le facessero...



lunedì 6 ottobre 2014

Octobre ensoleillé

Et voilà, e pure ottobre è iniziato! 
E mai titolo fu più azzeccato, perché il sole e il caldo, almeno nei primi giorni del mese, si sono fatti davvero sentire (ammetto: il titolo non è farina del mio sacco, ma ho tratto "ispirazione" dal nome del bagnoschiuma sul catalogo del Lidl).

Quindi perché non approfittare di un quanto mai insolito giorno di riposo in contemporanea con Audrey per andare a far carbone insieme da qualche parte?
Detto, fatto: venerdi' mattina, dopo aver comprato il regalo per Pierre-Louis (il figlio di Laurent, mio ex capo a Château Pape Clément), che avro' il piacere di conoscere durante il mio imminente weekend a Bordeaux, ci troviamo con Audrey al Cap Costières di Nîmes, facciamo pranzo alla caffetteria e poi via!, alla volta di Uzès, borgo medievale nell'entroterra gardois.

In realtà il borgo non lo vediamo affatto, ma ci passiamo soltanto intorno (perché? lo scoprirete nelle puntate seguenti), la nostra mèta é il Musée du Bonbon Haribo, con piccola deviazione alla Source d'Eure, ovvero la sorgente che alimentava il Pont du Gard ai tempi dei Romani.

La nostra prima tappa è proprio la Source, dove Audrey mi spiega minuziosamente il perché della scelta del sito da parte dei Romani e il funzionamento dell'acquedotto (e qui ammetto che mi torna un certo, seppur minimo, orgoglio italico). 
Ma anche la cornice merita ampiamente: prati spaziosi e verdissimi, sentieri curati, panche e tavoli di legno per piqueniquer, i cigni che si rincorrono lungo il fiume (il "galletto" del gruppo voleva fare colpo sulle donzelle, ma invano... uomini e animali non differiscono poi tanto!)... insomma, complice il bel tempo e la temperatura più che gradevole, un luogo ideale per trascorrere qualche ora in tutta tranquillità.

Ma non è il nostro caso: il museo che tutti i golosi sognano ci attende. Quella gran fortunata di Audrey (che ultimamente vince di tutto) ha vinto un chilo di caramelle e due ingressi al museo partecipando ad un gioco radiofonico, e cosi' eccoci qua!

Museo ipercolorato, dai sentori zuccherosi (mi aspetto quasi che da un momento all'altro mi salti fuori Willy Wonka), che spazia dalla storia dell'azienda a quella delle campagne pubblicitarie (da sogno les affiches di fine '800), per arrivare al processo produttivo e relativi macchinari, senza dimenticare uno spazio ludico dove puoi provare a fare la torsione della liquirizia o impilare le scatole pronte per la distribuzione.

E poi c'è la boutique, dove puoi acquistare le ultime novità in fatto di bonbon (la signora davanti a noi alla cassa ha speso 89 euro in dolcetti!) ma anche oggettistica, tipo tovagliette, vassoi, raccoglitori... tutto rigorosamente in stile Haribo.
Personalmente, vista la mia tendenza all'ingrasso in terra francese, ho optato per una sobria cartolina gigante che riproduce una delle suddette affiches.

Il tipo alla cassa mi ha guardato quasi con pietà e ha fatto una faccia tipo: "Ma tu sei normale?"...



domenica 28 settembre 2014

September's running out...

E pure settembre volge al termine... In teoria sarei alla fine della mia (ennesima) avventura francese, senonché il mio contratto è stato prolungato di un mese, quindi mi vedo "costretta" a rimanere ancora almeno fino a fine ottobre (c'est une blague, in realtà avevo già previsto di rimanere comunque fossero andate le cose).


Quindi, per festeggiare la nostra permanenza chez Culturespaces, con Audrey siamo andate giovedì sera al pub O'Flaherty's a Nimes, per ascoltare The Littles, cover band dei Beatles (che adoriamo entrambe). Ci raggiunge pure Cloé, un'amica di Audrey che lavora ai bastioni di Aigues-Mortes... insomma, un bel trio di folli.

Pinte di (ottima) Kilkenny, canzoni meravigliose (che non ho mancato di cantare a squarciagola, notando con piacere che a distanza di anni ricordo ancora tutte le parole a memoria!), pubblico un po' timido, almeno all'inizio... poi grazie a un tizio che, visibilmente alticcio, ha cominciato a muoversi un po', finalmente qualcuno si alza dai tavoli, e a questo punto insieme a Cloé non abbiamo resistito e ci siamo lanciate... 

A lato, résumé della serata (montaggio sapientemente curato da Audrey, non sia mai che mi impadronisco di opere altrui!).


Ma siccome io sono fondamentalmente una donna di cultura, venerdì sera mi rifaccio andando a teatro. Ma non un teatro convenzionale: vado alla Chocolaterie a Montpellier, una specie di capannone adattato a sala teatrale (bellissime le panche di legno foderate e ricche di cuscini di varie forme e colori, che puoi prendere e sistemarti come ti pare!!), dove i gestori sono à la fois sceneggiatori, attori, insegnanti di recitazione e alla fine della pièce ti offrono pure un bicchierino! 
Spettacolo leggero, divertente, piacevole... tornerò!

E ieri, il top: ho saputo concentrare in un pomeriggio appuntamenti con tre persone diverse in tre luoghi diversi, approfittando della mia presenza nei dintorni di Sète.

Ore 15.45: appuntamento con Jonathan per andare a vedere l'Abbaye de Valmagne. In teoria c'è una visita guidata proprio a quest'ora, ma alla biglietteria ci informano che hanno fatto scorrere la visita precedente perché non c'era nessuno, con conseguente ritardo per la visita successiva... non potendo aspettare in ragione del mio planning, optiamo per la visita libera.
Documento di visita alla mano (da restituire all'uscita), ci immergiamo in un'oasi di pace e tranquillità, ammiriamo la facciata della chiesa abbaziale, davvero imponente (e ci divertiamo a trovare simboli e personaggi scolpiti sui capitelli del nartece), ed entriamo, scoprendo che la chiesa oggi ospita delle botti di vino enormi!
Presi dalla sindrome del turista giapponese, scattiamo non so quante foto, e, attraverso una porticina laterale, passiamo al chiostro, luogo più che suggestivo, in cui si trova ancora la fontana dove i monaci si lavavano le mani prima di mangiare (Valmagne è una delle pochissime abbazie ad aver conservato intatta la fontana, stando al documento di visita). Scattiamo ancora decine di foto (da dimenticare invece il refettorio che è stato completamente manomesso in epoca rinascimentale, sembra di stare in una sala del Palazzo Ducale di Urbino, è davvero un cazzotto in un occhio!), per poi accorgerci che sono già le 5 e arriverò inesorabilmente in ritardo al mio appuntamento n.2.
Rapidissima degustazione dei vini prodotti nei terreni circostanti (l'Abbazia oggi è proprietà dei discendenti dei conti di Tolosa che l'hanno acquistata nell'800, facendone una proprietà vinicola), saluto Jonathan e filo a Sète, dove Laurie mi attende per la visita della mostra su Joan Mirò al Musée Paul Valery.

Essendo arrivata in ritardo, abbiamo circa un'ora per visitare la mostra, interrogandoci sulle varie opere di Mirò e cercando di dare una nostra personale interpretazione (chi l'avrebbe mai detto che mi sarei cimentata nell'esegesi del re del Surrealismo?). Cerchiamo di dare un'occhiata fugace anche alle collezioni permanenti, ma il tempo è tiranno (e rischiamo pure di farci rinchiudere nel sous-sol mentre ammiriamo gli scorci del porto di Sète), è ora di levare le tende.

E visto che sono a Sète, come non fare una visitina al mio caro Daniel? E infatti l'appuntamento n. 3 prevede una cena al ristorante italiano più reputato di Sète, a detta sua, il Casa Italia.
Ora, in genere sono molto diffidente nei confronti di ristoranti italiani all'estero, ancora di più quando vedo cose bizzarre nel menù (pizza Marguerita o Quatro Stagione, funghi nella carbonara, e un misero piatto di pasta con la panna - solo panna, sì!- a 10,50 €, ma scherziamo?), ma siccome so che Daniel è un tipo esigente in fatto di bouffe, faccio a fidarmi.

E faccio bene: ordino la Quatro Stagione e con mia grande sorpresa è davvero ottima! La pasta è sottile e leggera, la mozzarella è vera mozzarella, il condimento è assolutamente perfetto (mi è capitato a volte di mangiare pizze dove lo strato di condimento era di circa 5 cm: non è che più roba ci metti, più la pizza è buona, eh!), e la ciliegina sulla torta è il dessert, che ci smezziamo: due meravigliosi profiteroles i cui bigné sono fatti chiaramente in casa.
Degna conclusione di una giornata piuttosto impegnativa...

E oggi pomeriggio, visita al Museo Archeologico di Lattes, così, tanto per sapere cosa c'era nei dintorni prima e ancora prima...
L'avevo detto che sono una donna di cultura, io!


giovedì 18 settembre 2014

Luminessences @ Avignon!

E che succede, scrivo due post in due giorni?
La verità è che ultimamente sto uscendo niente male, quindi ne avrei di cose da scrivere, ma mi manca il tempo... e quando posso ne approfitto per tenervi informati!
 
Martedi' sera, uscita dal lavoro, doccia veloce e raggiungo Audrey e Andréa a Nîmes, per andare tutte e tre trotterellando a Avignone per le Luminessences, spettacolo di luci e suoni nella corte del Palazzo dei Papi.
Arriviamo verso le 20, e ci fermiamo per cena a Place de l'Horloge; come al solito, approfittando del fatto che abbiamo i tickets restaurant, ciascuna di noi mangia per due, col risultato che io mi sento un po' pesantina a fine pasto... E non passeggiamo nemmeno tanto, perché il Palazzo dei Papi è a due passi e intorno alle 21.30 ci dirigiamo verso la biglietteria.
 
Come al solito, grazie alla carta fornitaci da Culturespaces, entriamo gratis (e Andréa gode del medesimo trattamento su presentazione della sua carta di guide conférencier) e ci sediamo per terra, pronte ad assistere allo spettacolo.
 
Che è geniale: narra la storia del Palazzo e del papato avignonese (e le sue conseguenze sulla vita cittadina) con immagini proiettate sulle quattro pareti della corte, il tutto accompagnato da musica, effetti sonori, citazioni, poesie... una meraviglia! Ma visto che le parole (le mie soprattutto) non rendono troppo l'idea, vi consiglio fortemente di vedere le foto.
 
Intanto, notizie dell'ultim'ora: da ieri pomeriggio nei dipartimenti Hérault e Gard -dove sono io- è caduto l'equivalente di tre mesi di pioggia (fenomeno delle piogge cévenoles, di cui trovate spiegazione a lato, gentilmente fornita da Audrey) e sono apparsa sul tg regionale della 3, in un servizio che parlava dell'Anfiteatro di Nîmes, nel giorno in cui sono andata a seguire la visita guidata di Andréa (che compare di spalle, t-shirt bianca, proprio davanti a me).
Non ci credete?
Suivez la flèche!
 

mercoledì 17 settembre 2014

Sweet September...

Il tempo passa, e sono già sette mesi che sono qui! 

Dall'ultimo post, molte cose sono cambiate: ho saputo che ho diritto alla famosa Carte Vitale (procedura -lunga- già iniziata), il segretario di Stato Thomas Thévenoud si è dimesso perché si è scoperto che non ha pagato per anni tasse  e affitto per "fobia amministrativa" (mi domando se i nostri sarebbero stati capaci di inventare una scusa simile!!), e ho vinto il primo premio al Bycoss Bar, una bottiglia di Gin Bombay Saphire (la classe!).

Inoltre, visto che il mio contratto è ormai agli sgoccioli e non si sa ancora se continueremo oppure no (come minimo lo sapremo il giorno prima...), ho iniziato a mandare curricula come se piovesse in quel delle Alpi.

Si', perché dopo la mia visita al Pôle Emploi per conoscere i miei diritti in merito alla disoccupazione, mi si è accesa una lampadina: e se andassi a fare la stagione invernale in Savoia?
Le ragioni ci sono tutte: la maggior parte delle offerte prevede alloggio, e spesso anche vitto, a completare un salario che varia dai 1400 ai 1700 euro al mese. Mica male, no?
Quindi questo è il mio piano: cercare di farmi prendere là-bas, mantenere la mia camera qui (me lo potrei permettere, visto che li' non avrei spese), fare la stagione fino a metà aprile e poi tornare al Sud in primavera come fanno le hirondelles per godermi l'estate (e la disoccupazione!) montpéllierain.


E mentre medito sul mio futuro immediato, ovviamente non mi faccio mancare qualche uscitina: venerdi' scorso sono andata con Jonathan al La Pleine Lune a Montpellier, in teoria per assistere ad un concerto; ci siamo ritrovati per cenare sul posto, all'esterno per godere di una delle ultime sere d'estate, salvo poi scoprire che il concerto si sarebbe tenuto all'interno, uno spazio angusto dove c'erano almeno 45 gradi e 45 persone appiccicate le une alle altre.
Ovviamente siamo andati altrove, e abbiamo testato un pub che ha appena aperto, il Berthom, dove abbiamo sperimentato un'ottima 8 Ball Stout, ma la scelta è stata veramente ardua... giudicate voi stessi (qui)!




E sabato sera, cena con Audrey all'Aqueste-Ko di Aigues-Mortes, ristorante che ha aperto da qualche settimana, dove si mangiano hamburger solo ed esclusivamente fait maison.
Ed è davvero un posto atipico per una ristorazione fast-food: già l'ambiente, mura con pietre e travi a vista e musica di sottofondo un po' lounge e ricercata, cameriere gentilissimo che prende il tempo di spiegarti cosa c'è in ogni piatto, e soprattutto il cibo: i nostri hamburger erano divini, pane croccantissimo e prodotti freschissimi, e il cheescake alla nutella è stata la classica ciliegina sulla torta... non ho potuto esimermi dallo scrivere un commento su Tripadvisor, meritava ampiamente!



Abbiamo poi proseguito a Le Grau du Roi, dove, in occasione della festa votiva, si esibivano i Sortie de Secours, che avevamo già visto alla Feria di Nîmes a giugno. Speravamo di fare il bis come soirée, e invece no... pubblico di età medio-alta assolutamente i-na-mo-vi-bi-le, ci siamo limitate a ballare sul posto...
Pazienza, non si puo' avere tutto dalla vita!




martedì 9 settembre 2014

Uot du ui du?

E così, dopo una settimana lavorativo-burocratica, io direi proprio che un po' di svago me lo merito tutto... Ho pensato: provo a contattare quel matto di Jonathan per vedere se insieme al suo degno compare Cédric (sono un po' come Cip&Ciop, il Gatto e la Volpe, Qui Quo e Qua senza Qua, che ne so...) riesce a creare dal nulla una seratina montpelliéraine.

Detto fatto: dopo solo qualche ora, trovo sul sito OVS l'invito per sabato sera. Saremo non più di 8 persone (ottimo, adoro le serate più intime e conviviali), inizieremo da The Egg (locale che adoro, ottime birre, buona musica -pare di stare da Emerson nei bei tempi che furono- e giro di limoncello offerto dal boss prima della partenza) per poi proseguire "où l'envie nous emmenera" (parola di Jonathan). 

Alla fine ci ritroviamo in sei, salvo che un tizio, l'ultimo arrivato, litiga ben presto al bancone col padrone del bar e ci lascia (fortunatamente, direi) un quarto d'ora dopo il suo arrivo. Il padrone, preoccupato del fatto che fosse un nostro amico, raggiunge il nostro tavolo per darci delle spiegazioni, ma gli diciamo di non preoccuparsi perché tanto è la prima volta che lo vediamo e con ogni probabilità anche l'ultima, visto la magra figura che ha fatto...


Continuiamo al By Coss bar, nel quartiere Beaux Arts, dove fanno cocktails stranissimi (e anche non proprio economici, oserei dire) e il personale è parecchio accogliente, così come l'ambiente un po' lounge-rétro con tanto di dj in tema. Appena ci sediamo, scatta il quiz: ci portano un cocktail misterioso di cui bisogna indovinare i 4 ingredienti, annotarli nel quaderno che ci viene fornito e azzeccarne almeno 3 per sperare di essere sorteggiati e vincere non so cosa (per la cronaca: noi ne abbiamo presi 3). Leggiamo la carte (meraviglioso il decalogo a pagina 2), cocktails davvero mai visti e alcuni addirittura per cui la quantità massima "ordinabile" è in numero di due (visti gli ingredienti, credo che quantità superiori siano letali). 
Io ho optato per Le retour de l'apricot.

Poi giri e giri (seguendo Cédric che aveva preso ovviamente i cocktails da "quantità limitata", e che quindi non aveva le idee molto chiare su dove stessimo andando), per finire al Panama Café, dove siamo rimasti una mezz'oretta... e poi a nanna, perché io, come solito, la domenica lavoro!

E per ieri pomeriggio, visto che abbiamo ripreso gli orari ridotti, con Audrey avevamo pensato di andare al mare all'Espiguette. 
Alle 16.10, cambiate d'abito in tre secondi che manco durante una sfilata, partiamo dal Cinema in direzione Le Grau du Roi. Un po' di traffico, qualche nuvola, che vuoi che sia... Arrivate sul posto, scopriamo che il parcheggio costa tassativamente 6 €, che si resti un'ora o tutto il dì; nel frattempo certi nuvoloni che fanno paura pure in Bretagna... scordiamoci decisamente di metterci in costume! Ripieghiamo su una merenduccia tartines au nutella et fraise chantilly e passeggiamo sulle dune per arrivare al Faro (passando anche per un sentiero vietato perché area militare, ma al limite avrei detto in italiano che non avevo capito che significava il cartello, questo era il piano). 


Alle 18.15, con la nebbia che scende stile Scozia, torniamo alla macchina, pronte a partire, salvo che c'è una coda mastodontica per uscire dal parcheggio, e un tappo ancor più megagalattico su tutta la strada fino alla rotonda che ci riporta a Aigues-Mortes. 
Risultato? Quasi 2 ore per fare 10 km, pas de chance...


domenica 7 settembre 2014

Giri e carte, carte e giri...

E siamo già arrivati a settembre, santo cielo come passa... In teoria, questo sarebbe il mio settimo e ultimo mese di lavoro, ma in pratica non si sa ancora se Culturespaces intende proseguire anche in autunno, nel qual caso ci farebbero continuare a lavorare a tempo parziale...
Quindi, visto che sono sempre più convinta del fatto di voler restare qui, o in Francia per lo meno, durante la settimana mi sono gettata (e non ho ancora finito) nel fantastico mondo della burocrazia dell'Exagon. 
Noi ci lamentiamo della burocrazia di casa nostra? Beh, in confronto alla Francia siamo dei novellini...

Innanzi tutto, mi sono recata alla CAF per vedere se finalmente posso avere un piccolo contributo per l'alloggio. E' da un pezzo che ho mandato la domanda, ma solo la settimana scorsa ho ricevuto una lettera dove mi dicevano che mancavano alcuni documenti, per cui martedì mattina alle 8 in punto ero davanti agli uffici di Nimes, per evitare code chilometriche. 

In pratica, mi manca un documento che attesta la mia adesione alla assurance maladie (assistenza sanitaria, perché apparentemente la tessera sanitaria italiana qui non conta niente - ma non era europea? bah), che non ho perché non sono Francese (e meno male che nella domanda avevo ben specificato ciò), quindi il tizio allo sportello mi ha detto di provare con la carta del tiers payant (ma non è detto che funzioni) che ho avuto grazie alla mutuelle che mi costa 30 euro al mese sottratti dal mio stipendio, carta con la quale avrei diritto al rimborso delle spese mediche se disponessi di una carte vitale, che però non ho in quanto non cittadina francese, per cui la settimana prossima non solo devo tornare alla CAF a consegnare ciò che manca, ma devo anche passare alla CPAM (Caisse primaire d'assurance maladie) per andare a elemosinare questa benedetta carte vitale che a quanto pare vitale lo è veramente.

Ma la buona notizia è che, avendo lavorato qui più di sei mesi, ho diritto alla chimera chiamata disoccupazione, come gentilmente mi ha detto la nanà al banco accoglienza di Pole Emploi. Ciò che non ho mai potuto avere nella mia amata (?) madrepatria, posso ottenerlo qui. Ah, Francia mia, sei veramente la terra dei diritti...
Quindi, diciamo che per il momento mi guardo intorno per avere un paracadute nel caso Culturespaces ci dica au revoir, ma nella peggiore delle ipotesi a secco non ci rimango!
Se poi considerate che le mie chances potrebbero aumentare, se solo riuscissi a far convertire la mia carta di guida turistica italiana alla Prefecture du Gard (prima o poi ce la farò ad andare pure là)...