Nuovo episodio di piogge annunciato per questo weekend (allerta arancione in diversi dipartimenti del Sud-Est), con Audrey approfitto di un inaspettato giovedi' di sole e cielo terso per andare alla scoperta di un altro inconturnable della zona... di che sto parlando? Ma di Châteauneuf du Pape, paesino a pochi chilometri da Orange, sede della prestigiosa AOC omonima.
Per i neofiti... vino!!!
Decidiamo di prendercela un po' comoda, cosi' dopo essermi preparata un panino per il pranzo (mica possiamo sempre mangiare al ristorante, siamo quasi disoccupate!) parto alla volta di Nîmes, passo a prendere Audrey a casa sua e ci dirigiamo verso la meta.
Avendo io poca fortuna con le sbarre (vi ricordate quella del parcheggio di Aix?), all'uscita dell'autostrada il mio biglietto risulta "illeggibile" alla macchinetta, quindi mi vedo costretta, ancora una volta, a citofonare all'assistenza per permettermi di pagare e soprattutto di farmi uscire (la terza volta che succede cio' in nove mesi, credo sia un record da Guinnes dei primati).
Proseguiamo fino a Châteauneuf tra vigne dai colori indescrivibili (ma che fortuna venire qui con questo sole meraviglioso!), parcheggiamo, breve sosta all'Ufficio Turistico per prendere qualche dépliant e poi via, alla scoperta del villaggio, sormontato dalle rovine del Castello, fatto costruire da Papa Giovanni XXII nel XIV secolo.
Dalla cima della collina si gode di un panorama favoloso a 360°, dominato al solito da sua maestà le Mont Ventoux, che ormai ho imparato a riconoscere grazie alla sua sommità "desertica"; le rovine del castello, maestose ed imponenti, lasciano solo immaginare lo splendore di questa residenza secondaria dei Papi di Avignone.
Scendendo di nuovo in paese, percorriamo ancora viuzze e vicoletti dalle immancabili persiane azzurre (ma quanto mi piacciono?): un percorso che un essere umano qualunque, ad un'andatura normale, percorrerebbe in massimo dieci minuti, ma noi, colte dalla sindrome del turista giapponese, ci mettiamo almeno mezz'ora per tornare alla macchina a consumare l'agognato (e spartano) pranzo.
E nel primo pomeriggio ci dirigiamo al Musée du Vin Brotte (di proprietà della famiglia Brotte, produttrice di vini dal 1931), appena fuori dal centro storico, dove un'audioguida gratuita ci conduce alla scoperta del mestiere del vigneron. Scopriamo tutti i segreti dell'AOC Châteauneuf du Pape, compreso il fatto che qui sono tredici i vitigni utilizzati per produrre questi vini di altissima qualità (da qui il titolo del post). Percorso un po' tecnico ma interessantissimo (e ho scoperto di avere ancora dei ricordi di quanto appreso a Bordeaux), la visita si conclude con una degustazione commentata (gratuita) di 4 vini, tra cui la celeberrima Fiole du Pape. Che meraviglia per i sensi!
Ultima tappa: la Chocolaterie Castelain. Avevamo letto che qui facevano degustazioni con accostamenti vino-cioccolato, ateliers, ecc. ecc., e invece somma delusione: non siamo nella stagione buona, il tutto si è già concluso e la Chocolaterie in questo periodo altro non è che... un negozio di dolci artigianali! Ma ormai siamo qui, e che fai... non compri? Certo!
Magra consolazione: all'uscita troviamo nel sacchetto un quadratino, grande due pollici (miei, quindi piccoli), di (ottimo) cioccolato fondente amaro, che mostriamo orgogliose nella foto qui sopra.
E ce ne torniamo a casa, non senza esserci prima un po' intrufolate in un castello-hotel quattro stelle per rubare (ancora!) qualche scatto!
PS: buon compleanno, poulette!
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