Ed eccoci qua, arrivati al capolinea.
Il 31 ottobre scade ufficialmente il mio contratto, anche se lavorerò 3 mezze giornate a novembre per colmare i vuoti (il cinema resta comunque aperto, ma con orari invernali ridotti). La situazione impone un bilancio.
Mi dispiace? Non tanto: ultimamente le presenze erano calate parecchio, e personalmente durante la giornata mi annoiavo un bel po' (la settimana scorsa, in preda alla disperazione, mi sono ritrovata a comprare una copia di Glamour). Non vedrò più Audrey tutti i giorni, ma abbiamo già detto che dobbiamo farci un po' di giretti insieme, quindi so già che non ci perderemo di vista, il problema non sussiste. Per cui, non posso che vedere punti positivi: finalmente avrò più tempo per me, potrò tornare a dedicarmi alla scoperta della regione - perché non l'ho mica vista tutta! - e lo stipendio di ottobre sarà bello cicciotto (con la liquidazione e le ferie pagate).
So che state pensando: ma se non guadagni più, di che campi, d'aria?
E no, è qui che sta il bello. Per la prima volta nella mia vita, non mi preoccupa più di tanto il fatto di rimanere disoccupata. Avendo lavorato per più di quattro mesi, ed avendo pagato i contributi, mi spetta il diritto al sussidio di disoccupazione, quindi mi basterà fare domanda presso Pole Emploi e per 8 mesi in teoria dovrei stare coperta (Santa Francia, patria dei diritti!).
Certo, non farò una vita da nababbo, ma sopravviverò più che bene.
Nel frattempo, continuerò a cercare altro, ma per anticipare i tempi ho iniziato a mandare curriculum già da metà settembre.
E non so spiegare perché, visto che io in genere sono di un pessimismo cosmico, tale che Giacomino (Leopardi) mi fa proprio un baffo, dicevo non so perché ma il mio spirito è pervaso da una strana sensazione, che oserei quasi definire timido ottimismo. Sarà che ho mandato curriculum praticamente ovunque, pure in Bretagna (ma per lavori che hanno un senso per me e che arricchirebbero il mio percorso professionale, mica così a uffa!), ma di tanto in tanto mi sorprendo a fantasticare sulla mia vita futura imminente, sulla città dove potrei vivere, sulle nuove prospettive che mi si potrebbero aprire... Poi magari sarà solo un sogno, però questo vivere un po' in "sospensione" mi tiene in costante (positivo) allarme, sempre sul chi va là, pronta a captare qualsiasi onda nell'aria.
Mi sa che mi sta proprio venendo voglia di trasferirmi altrove... ma a casa comunque non ci torno. Ora che mi sono resa conto di potermela cavare, di sapermi adattare, ora che ho ottenuto il numero di sécurité sociale e che ho pure diritto al medico generico, non ci penso proprio a tornare.
Chi non voleva più vedermi, può stare tranquillo!
PS: per i puristi, lo so benissimo che il plurale di "curriculum" è "curricula" (io e il latino ci conosciamo parecchio assai), ma scrivere "curricula" nel bel mezzo di una frase mi sa di saccenza, quindi ho optato per una versione più pop(olare)!
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