E siamo già arrivati a settembre, santo cielo come passa... In teoria, questo sarebbe il mio settimo e ultimo mese di lavoro, ma in pratica non si sa ancora se Culturespaces intende proseguire anche in autunno, nel qual caso ci farebbero continuare a lavorare a tempo parziale...
Quindi, visto che sono sempre più convinta del fatto di voler restare qui, o in Francia per lo meno, durante la settimana mi sono gettata (e non ho ancora finito) nel fantastico mondo della burocrazia dell'Exagon.
Noi ci lamentiamo della burocrazia di casa nostra? Beh, in confronto alla Francia siamo dei novellini...
Innanzi tutto, mi sono recata alla CAF per vedere se finalmente posso avere un piccolo contributo per l'alloggio. E' da un pezzo che ho mandato la domanda, ma solo la settimana scorsa ho ricevuto una lettera dove mi dicevano che mancavano alcuni documenti, per cui martedì mattina alle 8 in punto ero davanti agli uffici di Nimes, per evitare code chilometriche.
In pratica, mi manca un documento che attesta la mia adesione alla assurance maladie (assistenza sanitaria, perché apparentemente la tessera sanitaria italiana qui non conta niente - ma non era europea? bah), che non ho perché non sono Francese (e meno male che nella domanda avevo ben specificato ciò), quindi il tizio allo sportello mi ha detto di provare con la carta del tiers payant (ma non è detto che funzioni) che ho avuto grazie alla mutuelle che mi costa 30 euro al mese sottratti dal mio stipendio, carta con la quale avrei diritto al rimborso delle spese mediche se disponessi di una carte vitale, che però non ho in quanto non cittadina francese, per cui la settimana prossima non solo devo tornare alla CAF a consegnare ciò che manca, ma devo anche passare alla CPAM (Caisse primaire d'assurance maladie) per andare a elemosinare questa benedetta carte vitale che a quanto pare vitale lo è veramente.
Ma la buona notizia è che, avendo lavorato qui più di sei mesi, ho diritto alla chimera chiamata disoccupazione, come gentilmente mi ha detto la nanà al banco accoglienza di Pole Emploi. Ciò che non ho mai potuto avere nella mia amata (?) madrepatria, posso ottenerlo qui. Ah, Francia mia, sei veramente la terra dei diritti...
Quindi, diciamo che per il momento mi guardo intorno per avere un paracadute nel caso Culturespaces ci dica au revoir, ma nella peggiore delle ipotesi a secco non ci rimango!
Se poi considerate che le mie chances potrebbero aumentare, se solo riuscissi a far convertire la mia carta di guida turistica italiana alla Prefecture du Gard (prima o poi ce la farò ad andare pure là)...
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