Ieri, (quasi) come ogni lunedì, giorno di riposo dopo aver lavorato nel weekend, e allora, approfittando del caldo quasi estivo (25 gradi!!!), parto alla volta di Arles, tappa assolutamente obbligatoria!
Come sempre, arrivo preparatissima sul parcheggio gratuito più vicino al centro, e infatti, in 5 minuti di blando camminar, mi ritrovo all'ufficio turistico, dove acquisto (anche in questo caso mi ero già informata) un meraviglioso biglietto a 12 €, valido un anno, che mi consente di vedere tutti i monumenti e musei della città. Eh sì, so già che dovrò tornare perché mi sarà impossibile vedere tutto in una sola giornata!
Farò questo sforzo immane...
Seguendo una tattica già collaudata, mi fiondo a cercare un ristorante (è già mezzogiorno inoltrato al mio arrivo), così visiterò i monumenti quando tutti gli altri, gite scolastiche comprese, staranno pranzando e non mi romperanno le scatole durante la mia contemplazione.
Senza volerlo, mi imbatto nell'anfiteatro, che è contornato da ristorantini, brasserie e negozietti di ogni genere. Mi fermo alla brasserie Le Grillon, dove mangio da Dio (mi concedo pure coppa di fragole con crema chantilly!!) a poco prezzo, con vista sull'anfiteatro e servita da personale gentilissimo. Ho trovato il posto dove venire a mangiare nella mia prossima incursione arlesienne.
Finito il lauto pasto, munita del mio bigliettuccio mi avvio verso l'ingresso dell'anfiteatro, dove mi accoglie una tipa a dir poco antipatica (sembra che mi stia facendo un piacere!); purtroppo, scoprirò in seguito, ogni sito è caratterizzato da persone del genere, alle quali non importa una mazza di accogliere il visitatore in una certa maniera, perché Arles è Arles e i turisti verranno sempre e comunque.
Lavorando nel settore, io a queste cose ci faccio caso, e sinceramente da una città con diversi monumenti iscritti al Patrimonio Mondiale dell'Umanità mi sarei aspettata un'accoglienza diversa (devo dire, però, che all'ufficio turistico sono davvero gentilissimi), ma che ci vogliamo fare...
L'anfiteatro in sé non è male, somiglia a quello di Nimes anche se è leggermente più grande; in quanto a supporti per la visita però zero! A parte qualche pannello esplicativo all'ingresso, non c'è niente, neanche l'ombra di un misero depliant, e questo, sommato all'accoglienza di cui sopra, mi lascia abbastanza scioccata.
Per fortuna il panorama dall'alto non mi fa pentire di essere entrata...
La visita al teatro romano non si discosta molto: stesso genere di accoglienza, stessa penuria di informazioni tranne un breve filmato che illustra la costruzione e la funzione dell'edificio.
Visito poi la cattedrale, dedicata a Saint-Trophime, e vorrei vedere l'annesso chiostro, ma vago circa mezz'ora per capire da dove si entra, salvo poi scoprire che è la porta a fianco del portale della chiesa, dove una minuscola targa visibile a 20 cm di distanza mi dice di essere arrivata finalmente a destinazione.
Alla biglietteria il top: la tipa non mi fila per niente, mi prende il biglietto dalle mani, scansiona il codice e si reimmerge nelle sue letture... complimenti!
Visito poi la cattedrale, dedicata a Saint-Trophime, e vorrei vedere l'annesso chiostro, ma vago circa mezz'ora per capire da dove si entra, salvo poi scoprire che è la porta a fianco del portale della chiesa, dove una minuscola targa visibile a 20 cm di distanza mi dice di essere arrivata finalmente a destinazione.
Alla biglietteria il top: la tipa non mi fila per niente, mi prende il biglietto dalle mani, scansiona il codice e si reimmerge nelle sue letture... complimenti!
Il chiostro è in fase di restauro è non è che si veda granché; resto però affascinata dai capitelli romanici decorati da una miriade di figurine; peccato non poterne capire le identità, visto che anche qui, ovviamente, non c'è scritto assolutamente niente.
Ultima tappa il criptoportico sotto al Comune: finalmente mi accoglie una signora molto più incline al contatto umano rispetto ai suoi colleghi, e la suddetta mi dà persino un depliant, wow! E scendo nel dedalo di cunicoli che fungevano da sostruzioni per la soprastante piazza del Foro.
E qui entrerebbe in gioco Van Gogh, di cui ieri veniva inaugurata la mostra nel palazzo dell'omonima fondazione, ma per quanto intenzionata ad andare, sinceramente non ce la facevo proprio più (lo so, detto da me fa un po' strano, ma è così).
Quindi ho bighellonato ancora un po' per il centro e ho ripreso il cammino verso casa, ma la prossima volta che torno ad Arles so già di avere un rendez-vous avec Vincent.
Quindi ho bighellonato ancora un po' per il centro e ho ripreso il cammino verso casa, ma la prossima volta che torno ad Arles so già di avere un rendez-vous avec Vincent.
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