domenica 27 aprile 2014

I love long weekend!

In seguito a cambiamenti del mio planning, mi sono ritrovata di fronte ad un fine settimana di tre giorni... a saperlo prima, mi organizzavo una vacanzetta!

Comunque, venerdì non ho potuto fare molto visto che ha diluviato per tutta la giornata, quindi ne ho approfittato per fare un po' di faccende domestiche, così almeno mi sono tolta il pensiero. 
La sera, sono andata con Fabrice, il proiezionista del cinema dove lavoro, al Tac Tac di Aigues-Mortes, un pub rinomato dove si può trovare qualsiasi cosa si voglia bere e forse anche di più... 
Ovunque ti giri è pieno di bottiglie, famosissimo il piatto di charcuterie gigante (io non ho gustato, essendo venuta già mangiata come si suol dire), ma esattamente all'una.zero.zero si spengono le luci e il gestore ti caccia letteralmente -ma gentilmente- via munito di caschetto con torcia tipo minatore... che rabbia aver dimenticato la macchina fotografica per immortalare il momento (il mio cellulare, come risaputo, non è dotato di fotocamera)!

Ieri passeggiata in centro a Montpellier, accompagnata da Erick che si offre di farmi da guida: Promenade du Peyrou, les Arceaux, l'Arc de Triomphe, Place de la Comédie, Esplanade Charles de Gaulle, Antigone... Pranzo a Le Bouchon St Roch, ancora breve giro, poi degustazione di vini della regione a St- Gély-du-Fesc (Erick aveva due inviti), dove tra l'altro ho provato un vino arancione!
Sapore pessimo... 
La sera, ancora non paga, cena al Petit Troc con Daniel e Céline, dopo aver praticamente circumnavigato Montpellier (tra l'altro, ho mangiato un ottimo boudin créole mai assaggiato prima, salvo poi scoprire, oggi, che trattasi di salsiccetti fatti di sangue di maiale e altri animali che non sto qui ad elencare).
Questo posto mi piace proprio, ottimo ambiente, buona musica, cibo delizioso, si può chiacchierare in tutta tranquillità... cosa chiedere di più?

E stamattina, visto che c'era l'anniversario di non so cosa, ho approfittato dell'ingresso gratuito al Castello di Beaucaire, a una cinquantina di km da casa mia. Che delusione! A parte che sono arrivata quando la visita guidata era ormai giunta al termine (alla radio non ne era stata fatta menzione!), ma non si vede veramente nulla, tranne un po' di mura, massi non ben identificati (di cartelli neanche l'ombra), una torre su più piani (vuoti), una chiesetta (pure questa vuota) e un po' di panorama.

Insoddisfattissima, mangio una triste salade au chèvre in un ristorante dall'aria malfamata (era il meno peggio, ne ho visti certi da far accapponare la pelle, e per la maggior parte erano chiusi, giustamente, sennò i turisti come fanno a farsi girare i chitarrini??- questa è una citazione coltissima che solo pochi di voi saranno in grado di cogliere) e penso: ma quant'è brutta Beaucaire? 
Non posso finire la giornata così, quindi l'idea: vado a vedere l'Abbazia Troglodita di St-Roman, a tre o quattro km da Beaucaire.
Si tratta di un'abbazia interamente scavata nella roccia in cima ad uno sperone lungo il Rodano: fa impressione pensare quanto abbiano faticato a realizzare un'opera del genere e quali dovessero essere le loro condizioni di vita quassù 1500 anni fa (l'abbazia risale al V secolo). Dall'alto, tra l'altro, il panorama è notevole: il Rodano, les Alpilles, Beaucaire, Tarascon, Avignone, il Mont Ventoux... una meraviglia.
Con lo stesso biglietto, poi, posso visitare il Mas de Tourelle, una cantina gallo-romana che mi sta pure comoda visto che è sulla strada del ritorno. Sì, cantina gallo-romana: è un sito archeologico dove hanno ricostituito un vigneto e ricostruito perfettamente una cantina per produrre il vino proprio come facevano gli antichi romani.
E infatti, come archeologia sperimentale, ogni anno, la seconda settimana di settembre, si tiene la vendemmia romana, usando il torchio ricostruito perfettamente funzionante (pigiano l'uva coi piedi!). Il mosto si fa fermentare nei dolia, aggiungendo spezie, miele o acqua di mare a seconda del vino da ottenere (seguendo le ricette romane!) e viene poi imbottigliato (la guida mi ha spiegato che hanno provato a farlo invecchiare nelle anfore, ma ben presto il vino diventava aceto!). Ne producono circa 10000 litri l'anno, e questo vino viene poi venduto in Francia e all'estero.
A fine visita, si può scegliere di degustare vini moderni o antichi; io ovviamente non ho resistito e ho assaggiato i tre vini "romani": il Mulsum (miele e cannella), il Turriculae (con aggiunta di acqua di mare per una migliore conservazione!) e il Carenum, dolce e liquoroso, simile in maniera impressionante al vino cotto!

A questo punto, tornerò per la vendemmia....

giovedì 24 aprile 2014

Et oui, ça démarre...

Eh sì, la mia "vita parallela" comincia proprio ad ingranare, non riesco più a stare dietro a tutto e il mio blog rimane inesorabilmente, inevitabilmente e maledettamente indietro! Ma vediamo le cose con ordine.

Martedì scorso, prima puntata su Montpellier by night: invitata da un ragazzo conosciuto in occasione del Petit Troc, sono andata al La Petite Scène, dove, come spesso accade qui, si esibiva un trio soul-funky da urlo. E devo dire che Place de la Comédie la sera ha davvero un suo fascino... peccato che i parcheggi siano tutti a pagamento, pure la sera, 24h su 24, non stop.

Giovedì sera, nuova serata OVS: questa volta si va al Le Zèbre Bleu, locale affollatissimo della periferia montpelliéraine (Lattes, proprio ad essere precisi). Vedo qualche faccia già vista, e conosco pure diverse persone tra cui un ragazzo di nome Erick, che, tra una chiacchiera e l'altra, si offre di farmi scoprire un po' dell'entroterra dell'Hérault il Lunedì di Pasqua. Volontiers!

Venerdì, shopping sfrenato a Nimes: in realtà, devo comprarmi l'abito per il matrimonio di Luca e Claudia, motivo del mio fugace rientro a casa a fine maggio (tanto per aprire una parentesi: so che il matrimonio esula dal soggetto di questo blog, ma visto che sarà l'evento del decennio, come esimermi dal cercare di fare una cronaca del suddetto?), quindi ne approfitto per comprare francese: Naf Naf, Eram per le scarpe, Lancome, e l'immancabile Camaieu! A fine giornata il mio conto corrente chiede pietà, ma in compenso, su suggerimento di Audrey, ho scoperto un ottimo ristorante italiano dietro alla Maison Carrée, La Locanda. Nel caso qualcuno di voi fosse interessato... 

Sabato e domenica (Pasqua): N.C., abbiamo sgobbato a più non posso al lavoro, visto che il tempo era pessimo i turisti si sono tutti rifugiati da noi! 
Culturespaces ringrazia... io un po' meno.

E veniamo a lunedì: come promesso, Erick mi porta a conoscere l'arrière -pays: direzione les Gorges de l'Hérault (canyon formato dal fiume Hérault, appunto), mi mostra il Ponte del Diavolo (e con stupore scopro che la storia è grosso modo la stessa!), visitiamo un paesino favoloso, Saint-Guilhem-Le-Désert (casette in pietra, abbazia romanica con chiostro perfettamente conservato, artigiani a iosa...), picnic e poi via, a Saint-Jean-de-Buèges, comune di appena 202 abitanti dal sapore di altri tempi, con tanto di castello in cima al cucuzzolo.
Sosta birretta delle 5, perché una Blanche per dissetarsi è sempre gradita, e si riparte alla ricerca di chiese e chiesette romaniche aperte (qui ce n'è davvero un'infinità!), salvo poi scoprire che sono chiuse perché oggi, pur essendo un giorno festivo, non è domenica. Peccato davvero...

Mi pare di non aver tralasciato nulla, credo sia sufficiente come riassunto, no?

martedì 15 aprile 2014

Sur le Pont d'Avignon l'on y danse, l'on y danse...

Weekend posticipato ancora una volta (anche se sabato sera ho fatto la fete con parte della cricca del Petit Troc al "Terminal" locale!), ieri mi sono concessa un giro ad Avignone.

Visto che il cinema in cui lavoro è inserito nelle attrazioni citate nella guida "Bienvenue en Provence", abbiamo un biglietto che ci permette di entrare gratuitamente nei siti che fanno parte del circuito, per cui posso visitare il Palazzo dei Papi e il celebre Pont Saint Bénezet senza spendere un centesimo!

Tragitto stradale difficile (stanno rifacendo un sacco di incroci e rotonde, quindi il mio navigatore è un po' impreparato!) arrivo al Parking des Italiens, che so per certo essere gratuito. Quello che non so, e che scopro sur place, è che c'è una navetta gratuita ogni 5 minuti che conduce direttamente al centro (e viceversa per il ritorno, quindi). 
Salita a bordo, il signore seduto di fronte a me, magari vedendomi un po' spaesata, mi chiede dove sono diretta, e così iniziamo a parlare. Mi dice che sta andando in un ristorante del centro non lontano dall'ufficio turistico, e si offre di mostrarmi la strada per il Palazzo dei Papi e di accompagnarmi fino all'ufficio. 
Scesi a Place Pie, durante il percorso mi elenca tutte le cose da non mancare ad Avignone, compresi musei e ristoranti (il tizio è meglio di una guida Michelin!) e mi lascia proprio davanti all'ufficio turistico, dove prendo la pianta della città, anche se a questo punto forse non ne avrei bisogno...

Mi dirigo a Place de l'Horloge, dove pranzo al ristorante Lou Mistral comodamente nella terrasse (fa molto turista). A fine pasto, piccolo inconveniente: mi reco alle toilettes, ma la porta del bagno delle donne non si chiude, quindi nell'impellenza uso il bagno degli uomini, salvo che qui la porta chiude bene eccome, tant'è vero che rimango chiusa una buona decina di minuti nell'attesa di riuscire a capire come caspita sbloccare la serratura. Quasi in preda al panico, finalmente, non so come, riesco a liberarmi (per fortuna nessuno attendeva fuori!), saluto con nonchalance i camerieri del ristorante e parto alla volta del Palazzo dei Papi.

Preso il biglietto gratuito, mi danno pure un'audioguida fantastica dotata di approfondimenti, musiche medievali e ricostruzioni delle stanze da guardare direttamente sul piccolo schemo dell'audioguida stessa! E come se non bastasse, quasi ovunque ci sono schermi con filmati che spiegano benissimo le funzioni delle stanze e come le stesse fossero decorate; chi visita senza audioguida può leggere i sottotitoli (fra/eng), ma chi possiede l'audioguida digita il numero dello schermo e può ascoltare i filmati con un perfetto sistema di sincronizzazione! Mi chiedo se da noi questa non sia fantascienza...

Uscita dal Palazzo, mi imbatto nel Museo del Petit Palais, proprio a due passi, e mi dico: perché no? 
Appena entrata, trovo praticamente solo opere di artisti italiani: Agnolo e Taddeo Gaddi, Ambrogio e Pietro Lorenzetti, i fratelli Vivarini, tutta "gente" incontrata durante gli anni universitari. Mi stupisco di trovare menzionate in un pannello le Marche (pensavo che i Francesi ci ignorassero totalmente), poi la sorpresona: trovo i miei carissimi Carlo e Vittore Crivelli, ma anche Lorenzo d'Alessandro (di San Severino!!), Paolo da Visso, Giovanni Angelo d'Antonio (di Camerino!!), Ludovico Urbani (sanseverinate pure lui), Giovanni Pagani da Monterubbiano, Luca di Paolo da Matelica (presente con un ritratto di San Nicola da Tolentino!)... per me, una chicca!

Terza tappa, le Pont d'Avignon. Anche qui, biglietto + audioguida gratis (audioguida che termina, tra l'altro, con tutte le declinazioni possibili sulla celebre canzoncina, dal reggae al funky, passando dal jazz!). 
Per chi non lo sapesse, la leggenda vuole che il ponte sia stato costruito quando un pastorello di 12 anni, Bénezet, ricevette l'ordine divino di realizzare un ponte che collegasse le due rive del Rodano. Terminato nel 1185 (ma la parte finale era in legno), ricostruito in muratura nel XIII secolo, il Ponte costituiva la frontiera tra lo Stato Pontificio e il Regno di Francia, ed essendo l'unico ponte per chilometri e chilometri ad attraversare il fiume, si doveva pagare una profumatissima tassa per raggiungere l'altra sponda. 
Crollato a più riprese a causa dell'impetuosità del fiume, fu definitivamente abbandonato nel 1669 (e infatti oggi è un ponte a metà!). Sull'isola Barthelasse, su cui si appoggiava il Ponte, a quest'epoca si trovavano numerosi caffé, le guinguettes, e quindi in realtà si ballava sotto, e non sopra, il ponte!

Finita la visita, giretto in centro (ne approfitto per mangiare un gelatuccio visto che fa un caldo bestiale!), e scopro che qui esiste pure il Musée Angladon dove, tra gli altri, ci sono pure Van Gogh e Modì!!! E che faccio li lascio li soli soletti??
Devo tornare pure qui... 

martedì 8 aprile 2014

Sulle tracce di Van Gogh... la prochaine fois!

Ieri, (quasi) come ogni lunedì, giorno di riposo dopo aver lavorato nel weekend, e allora, approfittando del caldo quasi estivo (25 gradi!!!), parto alla volta di Arles, tappa assolutamente obbligatoria!

Come sempre, arrivo preparatissima sul parcheggio gratuito più vicino al centro, e infatti, in 5 minuti di blando camminar, mi ritrovo all'ufficio turistico, dove acquisto (anche in questo caso mi ero già informata) un meraviglioso biglietto a 12 €, valido un anno, che mi consente di vedere tutti i monumenti e musei della città. Eh sì, so già che dovrò tornare perché mi sarà impossibile vedere tutto in una sola giornata!
Farò questo sforzo immane...

Seguendo una tattica già collaudata, mi fiondo a cercare un ristorante (è già mezzogiorno inoltrato al mio arrivo), così visiterò i monumenti quando tutti gli altri, gite scolastiche comprese, staranno pranzando e non mi romperanno le scatole durante la mia contemplazione.

Senza volerlo, mi imbatto nell'anfiteatro, che è contornato da  ristorantini, brasserie e negozietti di ogni genere. Mi fermo alla brasserie Le Grillon, dove mangio da Dio (mi concedo pure coppa di fragole con crema chantilly!!) a poco prezzo, con vista sull'anfiteatro e servita da personale gentilissimo. Ho trovato il posto dove venire a mangiare nella mia prossima incursione arlesienne.

Finito il lauto pasto, munita del mio bigliettuccio mi avvio verso l'ingresso dell'anfiteatro, dove mi accoglie una tipa a dir poco antipatica (sembra che mi stia facendo un piacere!); purtroppo, scoprirò in seguito, ogni sito è caratterizzato da persone del genere, alle quali non importa una mazza di accogliere il visitatore in una certa maniera, perché Arles è Arles e i turisti verranno sempre e comunque. 
Lavorando nel settore, io a queste cose ci faccio caso, e sinceramente da una città con diversi monumenti iscritti al Patrimonio Mondiale dell'Umanità mi sarei aspettata un'accoglienza diversa (devo dire, però, che all'ufficio turistico sono davvero gentilissimi), ma che ci vogliamo fare...

L'anfiteatro in sé non è male, somiglia a quello di Nimes anche se è leggermente più grande; in quanto a supporti per la visita però zero! A parte qualche pannello esplicativo all'ingresso, non c'è niente, neanche l'ombra di un misero depliant, e questo, sommato all'accoglienza di cui sopra, mi lascia abbastanza scioccata.
Per fortuna il panorama dall'alto non mi fa pentire di essere entrata...

La visita al teatro romano non si discosta molto: stesso genere di accoglienza, stessa penuria di informazioni tranne un breve filmato che illustra la costruzione e la funzione dell'edificio.
Visito poi la cattedrale, dedicata a Saint-Trophime, e vorrei vedere l'annesso chiostro, ma vago circa mezz'ora per capire da dove si entra, salvo poi scoprire che è la porta a fianco del portale della chiesa, dove una minuscola targa visibile a 20 cm di distanza mi dice di essere arrivata finalmente a destinazione.
Alla biglietteria il top: la tipa non mi fila per niente, mi prende il biglietto dalle mani, scansiona il codice e si reimmerge nelle sue letture... complimenti!
Il chiostro è in fase di restauro è non è che si veda granché; resto però affascinata dai capitelli romanici decorati da una miriade di figurine; peccato non poterne capire le identità, visto che anche qui, ovviamente, non c'è scritto assolutamente niente.

Ultima tappa il criptoportico sotto al Comune: finalmente mi accoglie una signora molto più incline al contatto umano rispetto ai suoi colleghi, e la suddetta mi dà persino un depliant, wow! E scendo nel dedalo di cunicoli che fungevano da sostruzioni per la soprastante piazza del Foro.

E qui entrerebbe in gioco Van Gogh, di cui ieri veniva inaugurata la mostra nel palazzo dell'omonima fondazione, ma per quanto intenzionata ad andare, sinceramente non ce la facevo proprio più (lo so, detto da me fa un po' strano, ma è così).
Quindi ho bighellonato ancora un po' per il centro e ho ripreso il cammino verso casa, ma la prossima volta che torno ad Arles so già di avere un rendez-vous avec Vincent.


lunedì 7 aprile 2014

New life, new people!

Quasi due mesi sono trascorsi da quando sono arrivata qui (passano in fretta, eh?), e per la prima volta un pensiero mi viene alla mente: NONHOFATTOUNOSTRACCIODIVITASOCIALE.

Ho avuto talmente da fare finora, che questa cosa mi era completamente sfuggita. Tra le noie burocratiche (vedi tutta la trafila per aprire il conto alle poste, ecc. ecc.), il lavoro, la mia fame insaziabile di monumenti e città da vedere, non mi sono resa conto che sono quasi due mesi che non esco la sera, eccezion fatta per una serata al Casinò a Le Grau du Roi con Christine e alcune sue amiche, che però non ci aveva lasciato molto soddisfatte.

Quindi a inizio settimana, su consiglio della mia collega Audrey, mi sono iscritta al sito montpellier.onvasortir.com. Il principio è semplicissimo: ogni iscritto può organizzare delle uscite di gruppo (dal cinema al ristorante, un aperitivo, un concerto, una passeggiata sulla spiaggia, ecc.) e invitare persone che sono già nella sua lista di amici, ma anche chi non è incluso nella lista può partecipare all'evento, a meno che i posti disponibili siano già finiti, e allora in quel caso c'è una lista d'attesa.

Dopo aver dato un'occhiata alle uscite già disponibili, vedo che ce n'è una marea a Montpellier, ma visto che questa settimana lavoro tutto il weekend non mi pare il caso di rientrare alle 4 di mattina... decido quindi di iniziare con una cosa più soft: un'innocua serata cena e karaoke a Aigues-Mortes per venerdì 4 aprile.
Nel frattempo, ricevo un invito per una domenica pomeriggio all'insegna del tema del viaggio, intorno a un tavolo di té, dolcetti o qualsiasi altra cosa si voglia, pomeriggio riservato ai trentenni; mi iscrivo anche a questa uscita.

Ora, venerdì sera vado a cena. La serata non sarebbe neanche male, anche se per i miei gusti vedo subito che l'età media è decisamente al di sopra della mia; il fatto è che si cantano quasi esclusivamente canzoni francesi, e la maggior parte di queste sono classici del caso, tipo Hallyday, Brel con l'immancabile Ne me quitte pas, e compagnia bella. Insomma, tutta roba allegra. Fortunatamente l'indomani lavoro, così a mezzanotte ho la scusa per poter tagliare la corda. 
Per la cronaca, io ho cantato Il ragazzo della via Gluck. 

Oggi pomeriggio, finito il lavoro, mi fiondo da Aigues-Mortes a Villeneuve-lès-Maguelone (una mezz'oretta di tragitto, se si esclude il traffico domenicale consistente) per la sortie tra trentenni al Le Petit Troc. Arrivo un po' in ritardo (ma ne erano stati informati), la discussione è già iniziata ma non c'è problema. In realtà si parla un po' di tutto (ho persino ripescato come è morto Ferdinando Magellano e scoperto cos'è la sofrologia!), e contrariamente a quanto pensassi, nessuno si conosceva prima di oggi, quindi è relativamente semplice scambiare due chiacchiere un po' con tutti.
A fine pomeriggio, passeggiata (bella lunga, in verità!) fino agli stagni e ritorno alle macchine, poco prima delle 20.

Pomeriggio più che piacevole, da ripetere assolutamente!

giovedì 3 aprile 2014

Orange... l'intemporelle!

Dopo una settimana non stop, ieri finalmente ho avuto tutta la giornata per me. Pensate che io sia rimasta comodamente sdraiata sul divano o che mi sia trascinata stancamente per tutta casa?
Ovviamente no!
Mi sono recata nell'unica città europea che conservi ancora intatto il muro portante del teatro romano. 
Di che sto parlando? Ma di Orange! 

Ancora una volta, visto che anche questo sito è gestito da Culturespaces, posso entrare gratuitamente grazie alla mia invitation. Quindi, dopo aver preparato scrupolosamente il "piano" (verifica della strada da percorrere per evitare il più possibile l'autostrada che inevitabilmente il navigatore vorrà propormi, ricerca di un parcheggio gratuito e conseguente calcolo del percorso da fare a piedi, etc etc), sono pronta ad affrontare il centinaio di km che mi separa da un altro monumento che sogno di vedere da una vita.

Arrivo fino a Nimes sulla strada nazionale, ma poi sono costretta a prendere la A9 (la Languedocienne) perché addentrandosi nella regione le strade sono sempre più tortuose e ci metterei troppo tempo. Lungo la strada si aprono vallate, ci sono boschi, si attraversa il Rodano e si vede anche una meravigliosa distesa di pannelli solari in mezzo alla natura, quindi sono felice nel vedere che non siamo solo noi a concepire tali nefandezze.
Prendo l'uscita 21 per Orange e scopro con mio grande stupore che il centro è praticamente a 900 metri dallo sbocco dell'autostrada! Parcheggio gratuitamente fuori dal centro storico e in 10 minuti di cammino mi ritrovo davanti all'imponente muro del Teatro Antico. Di fronte, l'ufficio turistico, dove prendo la piantina della città.

Uno sguardo all'orologio: è già mezzogiorno, conoscendomi passerò almeno un paio d'ore tra teatro e museo, quindi decido di mangiare subito e di iniziare la visita nel primo pomeriggio.

Breve giretto e mi imbatto in una brasserie, le Palace, che accetta i miei ticket restaurant. Essendo presto, sono l'unica cliente, quindi i gestori, una giovane coppia, mi accolgono con tutte le cure del caso. Non solo mangio e bevo benissimo (ottimo vino bianco secco), ma la ragazza mi indica pure alcuni luoghi poco frequentati da turisti che devo assolutamente visitare, e mi regala due inviti per una degustazione di vini che si terrà nel prossimo weekend (alla quale non potrò andare perché ovviamente lavoro, ma basta il pensiero). Meritano decisamente un commento positivo su Tripadvisor!


Finito il lauto pasto, torno sui miei passi e entro nella biglietteria del Teatro. Dopo le presentazioni del caso, inizio la mia visita (con tanto di audioguida) e, una volta sbucata a lato della cavea, rimango a bocca aperta: una frons scenae perfettamente conservata alta 37 metri, che il Re Sole, durante una sua visita, non esitò a definire "le più belle mura del mio regno".

Scopro quindi che il teatro è costruito alla maniera greca, vale a dire "appoggiato" alla retrostante collina di Saint-Eutrope, che è stato parzialmente distrutto e saccheggiato dai Visigoti nel 412, trasformato in centro abitato fortificato tra '500 e '600 e in prigione dopo la Rivoluzione, abbandonato e infine recuperato e perfettamente restaurato.
Visito anche il contiguo Museo, che ospita fregi e statue provenienti dal teatro, e qui apprendo, dalla mia collega in biglietteria, che in estate il Teatro è protagonista di una stagione lirica, le Choregies; in scena quest'anno Otello e Nabucco di Verdi. Perché non farci una capatina...

Uscita dal Museo, mi arrampico fino in cima della suddetta collina: resto un po' delusa, il verde non è particolarmente curato, e anche da quella che dovrebbe essere la terrazza panoramica sul Teatro non è che si veda granché a causa delle erbacce che regnano sovrane.
In compenso, mi appare da lontano il Mont Ventoux di petrarchesca memoria...

Tornata a "valle", finisco il giro del centro storico, che mi lascia un po' perplessa: trascuratezza che rasenta l'abbandono, meno male che l'Arco di Trionfo romano, rimasto tutto solo al centro di una grande rotatoria erbacciosa, è in fase di restauro, ma vi assicuro che il viale da percorrere per arrivarci è degno della banlieue parigina... E fortuna che sia l'Arco che il Teatro Antico sono patrimonio mondiale UNESCO!

Tuttavia, bilancio più che positivo della giornata.
Posso mettere un'altra crocetta nell'elenco dei luoghi da visitare, ça c'est fait!