martedì 18 marzo 2014

Liberté, égalité, fraternité... gratuité!

Dopo una settimana infernale, ecco finalmente i miei due agognati giorni di répos arrivare... 
Quindi ieri, approfittando della giornata praticamente estiva, e del fatto che le vacances d'hiver sono finite per cui non c'è più ressa, ho deciso di fare un giretto a Les Baux de Provence, paesetto di appena qualche centinaio di abitanti nel cuore delle Alpilles, a circa 80 km da casa mia.

Perché proprio lì? Perché a Les Baux ci sono due siti Culturespaces, e io, in quanto membro dell'équipe, ho diritto all'ingresso gratuito. Fico, no?

Quindi sono partita verso le 10, direzione le Carrières de Lumières. In realtà, non è che questo posto mi dicesse molto, si tratta di antiche cave di pietra abbandonate e recuperate da Culturespaces per farne degli spettacoli di luce. Una mia collega mi ha detto che valeva la pena, quindi, visto che la settimana scorsa hanno inaugurato lo spettacolo sul mio amato Gustav Klimt, mi sono detta ma sì, andiamo.

Arrivo, parcheggio, scendo munita della mia bella invitation e chi incontro? Il super mega direttore di Nimes! Sorpreso di vedermi lì, gli spiego che ho approfittato del giorno di riposo per conoscere meglio gli altri siti gestiti dalla società, e così mi accompagna all'entrata, dicendomi di esibire il talloncino per avere l'ingresso gratuito. Entro, due chiacchiere con le hotesses d'accueil che come tutti quelli che incontro mi credono spagnola, e poi la meraviglia.


Io sono sinceramente rimasta allibita davanti a questo posto. A parte il fatto che la location è incredibile, vedere queste sale scavate nella roccia è già di per sé uno spettacolo. Ma vedere i quadri e gli affreschi di Klimt apparire per magia e dissolversi per lasciare posto a foto d'epoca e ad altre opere della Secessione viennese, e il tutto a suon di musica (un po' come per gli spettacoli pirotecnici musicali, per intenderci) lascia davvero senza fiato. 

Nonostante la temperatura (lì dentro faceva decisamente freddo) ho visto il tutto due volte, anche perché le opere proiettate variano a seconda delle pareti, per cui è davvero difficile riuscire a vedere tutto in una sola volta, e le proiezioni sono anche sul pavimento, quindi si ha proprio l'impressione di essere completamente avvolti dai colori e dall'oro di Gustavo mio. 
Alla fine avevo quasi le lacrime agli occhi!
Una volta ripresami, sono uscita, e dopo un pranzo al volo a base di baguette fresca fresca e mortadella (pure buona!), sono salita a piedi nel villaggio di Les Baux, per andare a vedere il Castello. Un po' per il caldo, un po' per la mortazza appena ingurgitata, ho avuto l'impressione che i 40-50 gradini da fare per arrivare al paesello fossero 1000. Fatto un giretto per i vicoli, arrivo al Castello dove ancora una volta esibisco l'invitation e vado. 
Da brava turista, ascolto tutti i passaggi dell'audioguida e scopro che Les Baux si chiama così perché bao, in provenzale, significa sperone di roccia, dove effettivamente il castello è stato edificato. E Les Baux, a sua volta, ha dato il nome alla bauxite, fonte principale per la produzione dell'alluminio; questa roccia sedimentaria ha iniziato ad essere estratta qui per la prima volta al mondo nel 1822, e infatti un bel blocco di bauxite fa bella mostra di sé all'ingresso del villaggio.

All'interno del sito, in parte scavato nella roccia, in parte costruito con i blocchi di roccia di risulta, ci sono catapulte e arieti da sfondamento ricostruiti e un panorama mozzafiato, che va dalla Camargue agli speroni rocciosi delle Alpilles. 
Sotto il sole cocente, mi faccio tutto il giro, perdendo credo 2 o 3 kg, per concludere la visita lungo un sentiero costeggiato da profumatissime piante di rosmarino in fiore, dove non si sente altro che il ronzio delle api. 
La pace dei sensi!


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