giovedì 27 marzo 2014

SNCF je t'aime!

Ieri ancora giorno di riposo (ma me la faranno pagare cara, visto che non ho più weekend liberi fino al 26 aprile!), quindi ho pensato di sfruttarlo facendo una capatina in quel di Nimes.

Dovete sapere, miei cari lettori, che il 21 marzo è stato inaugurato il nuovo film Culturespaces alla Maison Carrée, unico tempio romano al mondo giunto a noi per intero. Il 20 pomeriggio, alle 18.30, avant-première per l'équipe Culturespaces, ma visto che qualcuno doveva occuparsi fino a chiusura del cinema, perdendosi la suddetta, chi poteva essere quel qualcuno? 
La sottoscritta, bravi! 
Quindi il motivo ufficiale del mio "viaggio" di ieri è stata proprio la visione del film, che narra le vicende dell'insediamento dei Romani e la conseguente nascita di Augusta Nemausus.
Dato che Nimes è proibitiva in fatto di parcheggi (sono solo a pagamento, e sono un vero e proprio salasso!), decido di andare in treno. Controllando su internet, scopro che si alternano treni e bus con partenza da Aigues-Mortes, e vedo anche che il tutto non mi costa poi tanto.

Arrivata in stazione verso le 10, scopro con mio grande stupore che è già in vigore la tariffa promozionale estiva: il viaggio sulla tratta Le Grau-du-Roi - Nimes a 1€, quindi l'a/r mi costa solo 2 €! Fossi andata in macchina, credo non mi sarebbero bastati 10 € per il solo parcheggio.
Convalido il biglietto e dopo cinque minuti, in orario perfetto ovviamente, arriva l'autobus che in 40 minuti circa (e una sola fermata intermedia) porta dritti dritti alla stazione di Nimes, a 3 minuti a piedi dall'Anfiteatro meglio noto come les Arènes
Vado diretta alla Maison Carrée (da notare che non mi servo neanche della piantina, mi muovo più che bene!), dove due colleghi mi fanno entrare in sala insieme ad un gruppo di ragazzini... italiani, che qui sembrano proprio non mancare (ma che vengono tutti qui in gita? Ogni giorno ne incontro almeno 2 gruppi!).
Ora, io il francese lo capisco più che bene, se non lo capisco mi aiuto con i sottotitoli in inglese, ma seguire il film con un professore alle tue spalle che fa la traduzione simultanea al collega che non capisce una mazza né di francese né tanto meno d'inglese non è proprio una passeggiata! Diciamo che se avessi potuto vedere il film in una situazione più tranquilla avrei apprezzato di più, ma non si può avere tutto dalla vita...

Pranzo veloce a Place du Marché, poi via: toccata e fuga aux Arènes per vedere una cosa che mi era sfuggita a febbraio e infine arrampicata su per i Giardini della Fontana fino ad arrivare alla Tour Magne

Alla biglietteria trovo Tancredi, collega di Venezia che qui è stato assunto a tempo in-de-ter-mi-na-to (scandisco bene, questa parola da noi è inaudita) e che avevo avuto modo di incontrare già ad Aigues-Mortes. Mi armo di coraggio e inizio a salire i 140 gradini che mi porteranno alla vetta di questa torre di controllo romana, edificata sui resti di una precedente torre gallica. 
Arrivo in cima stremata, le scale sembrano non finire più, ma ecco che vedo la luce: è la città che si svela sotto i miei occhi. Inizio a fotografare all'impazzata, finché non sento che un gruppo di ragazzini (!) sta salendo le scale, per cui decido di svignarmela prima che sia troppo tardi. 
Una volta tornata "a terra", breve giro della città, per verificare le distanze tra i miei negozi preferiti in caso di bisogno di shopping compulsivo (una volta accumulati più stipendi, sia ben chiaro). Noto con piacere che Camaieu e Naf Naf sono juste à coté, quindi trema portafoglio, trema...


lunedì 24 marzo 2014

Le Salin, enfin!

Finalmente weekend libero! Ieri purtroppo non ho potuto fare niente causa pioggia battente durata tutto il dì, quindi, dopo un sabato passato a fare la brava massaia, con tanto di preparazione di ragù razionato e salame di cioccolato per festeggiare il nuovo lavoro di Christine, oggi pomeriggio ho fatto un'altra uscita alla scoperta di ciò che mi circonda. 
Destinazione le Salin du Midi.

Noncurante del gelido Mistral (forse ho omesso di dire che qui il vento quando tira, tira bene!), sono salita a bordo del trenino con altri allegri turisti per visitare queste saline, sfruttate sin dall'epoca romana. 
La visita è piuttosto interessante, una voce registrata alternata a quella dell'autista del trenino (dall'accento mooolto languedoc!) permettono di comprendere l'intero processo di produzione del sale, nel rispetto di un ecosistema delicatissimo.

Capisco quindi che les sauniers sono dei veri e propri agricoltori che coltivano i frutti del mare: infatti in primavera allagano le vasche grazie ad un canale che collega direttamente il sito al mare, per cui poi, grazie al sole e al vento, l'acqua di mare evapora lasciando la salamoia, che cristallizza durante l'estate, fino a formare un gateau spesso una decina di cm.
In settembre, lavorano 24/24h per raccogliere il sale (un tempo a mano, ora meccanicamente), prima che arrivino le piogge. Il sale viene poi ammassato in vere e proprie montagne chiamate camelles e lasciato così in attesa della lavorazione, che avviene nella contigua usine.

La cosa interessante è che in questo periodo di "riposo" del sale, si forma uno strato di polvere di circa 10 cm sopra queste montagne; io nella mia ignoranza pensavo che la polvere fosse nociva, invece scopro che questa, sotto l'effetto del sole, della pioggia e del vento, diventa una specie di scorza che permette al sale di non sciogliersi durante le piogge invernali. Forte!

Sul finire della visita, finalmente mi parlano della famosa alga che colora l'acqua di rosa: si tratta della Dunaliella salina, alga alofila dalla propietà antiossidante e ricca di betacarotene (a quanto sembra è molto usata nella cosmetica). Ora, come nella canzone di Branduardi, quest'alga è mangiata da un particolare tipo di gamberetti presenti nelle acque delle saline, e a loro volta i gamberetti sono mangiati dai fenicotteri che per questo... diventano rosa! E proprio mentre ho questa rivelazione, ecco che per magia mi compaiono davanti dei fenicotteri sullo sfondo delle mura di Aigues-Mortes. 
Un clic e... fine della "lezione"!

martedì 18 marzo 2014

Ieri montagna, oggi mare...


Per concludere in bellezza la due giorni di relax, stamattina sono andata a Les Saintes-Maries-de-la-Mer, la "capitale" della Camargue. Dopo un viaggio di una trentina di chilometri, il navigatore mi ha gentilmente indicato un parcheggio gratuito a due passi dal centro, così ho potuto fare il giro agevolmente.

Prima tappa, il santuario dedicato alle Marie in questione (secondo la tradizione, sarebbero Maria Salomé e Maria Jacobé fuggite dalla Palestina e approdate sulla costa della Camargue) e a Santa Sara, considerata patrona dei Gitani. 

E in effetti, fuori dal santuario di "gitani" ce ne sono parecchi: ti si appiccicano con la scusa di volerti dare una medaglietta portafortuna con l'effigie della Santa, poi ti chiedono inevitabilmente soldi per sfamare la loro numerosa prole. Ovviamente ho adottato la tecnica, già sperimentata a Parigi e Bordeaux, di parlare solo in italiano e di fingere di non comprendere assolutamente cosa dicessero. 
Con gli scocciatori funziona sempre.

Una volta riuscita ad entrare, un edificio austero, dalla semplicità sconvolgente, "puro stile romanico provenzale" come recita la guida che ho preso all'Ufficio Turistico. Mi stupisce una vetrina contenente ex-voto di gente guarita o miracolata dalle Marie, sono incredibilmente simili a quelle del Santuario di San Nicola a Tolentino! La cripta, invece, ospita le reliquie e la statua di Santa Sara, e si percepisce la devozione che hanno per lei dalle centinaia di ceri e candele sparsi ovunque.

Più tardi, dopo una breve passeggiata sul lungomare (non vedevo l'ora!), giretto per i vicoli e negozietti, quindi, visto che il mio stomaco comincia a brontolare, inizio a cercare un posto in cui mangiare.
Ora, visto che ho ancora il blocchetto dei Tickets Restaurant di marzo da sfruttare, mi metto alla ricerca di un posto in cui i suddetti siano accettati. Non ce n'è neanche l'ombra: ma che qui non lavora nessuno e non hanno bisogno di pause pranzo??
Gira che ti rigira, alla fine trovo un ristorante che non solo accetta Tickets Restaurant, ma ne accetta ben 2 a persona: quindi decido che oggi voglio proprio scialare e mi concedo un menù completo a base di pesce!
Ragazzi, che esperienza mistica: gratin di frutti di mare, orata al forno con contorno di patate fritte, insalata e soufflé alle erbe aromatiche e per finire una montagna di gelato fragola e limone (con mia grande sorpresa, il gelato al limone era verde anziché bianco, ma ottimo)!

Nutrire lo spirito fa bene, ma pure al corpo ogni tanto una soddisfazione gliela vogliamo dare?


Liberté, égalité, fraternité... gratuité!

Dopo una settimana infernale, ecco finalmente i miei due agognati giorni di répos arrivare... 
Quindi ieri, approfittando della giornata praticamente estiva, e del fatto che le vacances d'hiver sono finite per cui non c'è più ressa, ho deciso di fare un giretto a Les Baux de Provence, paesetto di appena qualche centinaio di abitanti nel cuore delle Alpilles, a circa 80 km da casa mia.

Perché proprio lì? Perché a Les Baux ci sono due siti Culturespaces, e io, in quanto membro dell'équipe, ho diritto all'ingresso gratuito. Fico, no?

Quindi sono partita verso le 10, direzione le Carrières de Lumières. In realtà, non è che questo posto mi dicesse molto, si tratta di antiche cave di pietra abbandonate e recuperate da Culturespaces per farne degli spettacoli di luce. Una mia collega mi ha detto che valeva la pena, quindi, visto che la settimana scorsa hanno inaugurato lo spettacolo sul mio amato Gustav Klimt, mi sono detta ma sì, andiamo.

Arrivo, parcheggio, scendo munita della mia bella invitation e chi incontro? Il super mega direttore di Nimes! Sorpreso di vedermi lì, gli spiego che ho approfittato del giorno di riposo per conoscere meglio gli altri siti gestiti dalla società, e così mi accompagna all'entrata, dicendomi di esibire il talloncino per avere l'ingresso gratuito. Entro, due chiacchiere con le hotesses d'accueil che come tutti quelli che incontro mi credono spagnola, e poi la meraviglia.


Io sono sinceramente rimasta allibita davanti a questo posto. A parte il fatto che la location è incredibile, vedere queste sale scavate nella roccia è già di per sé uno spettacolo. Ma vedere i quadri e gli affreschi di Klimt apparire per magia e dissolversi per lasciare posto a foto d'epoca e ad altre opere della Secessione viennese, e il tutto a suon di musica (un po' come per gli spettacoli pirotecnici musicali, per intenderci) lascia davvero senza fiato. 

Nonostante la temperatura (lì dentro faceva decisamente freddo) ho visto il tutto due volte, anche perché le opere proiettate variano a seconda delle pareti, per cui è davvero difficile riuscire a vedere tutto in una sola volta, e le proiezioni sono anche sul pavimento, quindi si ha proprio l'impressione di essere completamente avvolti dai colori e dall'oro di Gustavo mio. 
Alla fine avevo quasi le lacrime agli occhi!
Una volta ripresami, sono uscita, e dopo un pranzo al volo a base di baguette fresca fresca e mortadella (pure buona!), sono salita a piedi nel villaggio di Les Baux, per andare a vedere il Castello. Un po' per il caldo, un po' per la mortazza appena ingurgitata, ho avuto l'impressione che i 40-50 gradini da fare per arrivare al paesello fossero 1000. Fatto un giretto per i vicoli, arrivo al Castello dove ancora una volta esibisco l'invitation e vado. 
Da brava turista, ascolto tutti i passaggi dell'audioguida e scopro che Les Baux si chiama così perché bao, in provenzale, significa sperone di roccia, dove effettivamente il castello è stato edificato. E Les Baux, a sua volta, ha dato il nome alla bauxite, fonte principale per la produzione dell'alluminio; questa roccia sedimentaria ha iniziato ad essere estratta qui per la prima volta al mondo nel 1822, e infatti un bel blocco di bauxite fa bella mostra di sé all'ingresso del villaggio.

All'interno del sito, in parte scavato nella roccia, in parte costruito con i blocchi di roccia di risulta, ci sono catapulte e arieti da sfondamento ricostruiti e un panorama mozzafiato, che va dalla Camargue agli speroni rocciosi delle Alpilles. 
Sotto il sole cocente, mi faccio tutto il giro, perdendo credo 2 o 3 kg, per concludere la visita lungo un sentiero costeggiato da profumatissime piante di rosmarino in fiore, dove non si sente altro che il ronzio delle api. 
La pace dei sensi!


giovedì 13 marzo 2014

Finalmente qualche frutto...

Ahi ahi ahi, questa settimana al lavoro si pedala e di brutto: essendo Aigues-Mortes un nuovo sito Culturespaces, alla sede centrale di Parigi non sono molto contenti perché pensavano di avere un riscontro molto più positivo (eh, ma qui non siamo a Parigi, e ovviamente i turisti, specie in questo periodo, sono molti di meno!), quindi ci tocca "reinventare" il nostro ruolo e farci portatrici del verbo Culturespaces dans la rue, ovvero: volantinaggio a manetta e ricerca di strategie di marketing. Mi sembra un déjà vu...

In compenso, ci hanno dato finalmente i famosi Tickets Restaurants, ovvero dei biglietti da 8,50 € ciascuno con cui poter pagare il nostro pranzo o, in alcuni supermercati, la spesa. Sono piuttosto comodi, metà della cifra è detratta dal nostro stipendio e l'altra metà è offerta dall'impresa. Come dire: se mi faccio un piatto di carbonara, Culturespaces mi paga pepe, cacio e pancetta. Non male, no?

E, soprattutto, finalmente è finita l'odissea del mio stipendio di febbraio. E sì, perché mentre le altre sono state pagate subito, ovvero il 28 febbraio, io ho dovuto aspettare fino ad oggi. Prima perché non avevo il conto francese, e allora mi facevano un assegno, che però ci metteva troppo a essere spedito da Parigi, e allora mi hanno chiesto l'IBAN del conto italiano, così mi facevano un bonifico, che però per ragioni a me ignote non si è mai incontrato col mio conto, ma nel frattempo ho avuto il mio RIB (l'equivalente francese dell'IBAN) per cui il bonifico si poteva fare sul conto francese, ma anche qui c'è stato un inghippo quindi mi rimandavano un assegno che però ci ha messo una settimana ad arrivare e finalmente stamattina le facteur l'ha deposé nella boite à lettre du cinéma. Chiaro, no?

Ultima news: l'altro ieri mi ha chiamato Laurent, il mio tutor dello stage a Bordeaux. Mi ha chiesto come andava qui, se mi ero sistemata bene, come procede per il lavoro, e poi mi ha detto che ad agosto diventerà papà! Quindi, con mio grande dispiacere (ma quando mai???) mi sa tanto che verso i primi di settembre dovrò fare un grosso sacrificio e tornare nel Sud-Ouest.
Dovrò pur conoscerlo questo pargolo!

lunedì 10 marzo 2014

Voulez-vous un livret d'épargne?

Veniamo al capitolo "apertura conto corrente alla Banque Postale".

Ora, io adoro la Francia, i Francesi ecc. ecc., ma a volte eccedono in burocrazia. E questo è proprio il caso.

In realtà, avendo avuto occasione di sentire chi aveva già dovuto affrontare la spinosa questione, pensavo fosse anche più complicato, ma tutto sommato non c'è male.

Innanzi tutto, per aprire un conto bisogna prendere appuntamento con un consigliere finanziario alla Posta. Io ovviamente non lo sapevo, quindi il primo giorno utile, un mercoledì qualunque, mi sono recata all'ufficio postale di Saint-Laurent.

Il caso ha voluto che il giorno buono fosse proprio il mercoledì e, inoltre, che il consigliere finanziario, a quell'ora, non avesse appuntamenti fissati. Che... fortuna sfacciata! 
Una volta entrata, dopo avermi detto che avevo de la chance, altrimenti avrei dovuto aspettare fino alla fine di marzo per avere un rendez-vous, mi chiede un sacco di documenti, che fortunatamente avevo con me: carta d'identità, contratto di lavoro, contratto di affitto, avviso di avvenuto pagamento del mese in corso (e che caspita!), più altre cose che non avevo, tipo la carta d'identità della padrona di casa, una sua fattura recente, la copia dell'assicurazione sulla casa (in Francia si assicurano tutto, pure la tavoletta del WC). 
Quindi mi dice sin da ora che avrò bisogno di un altro appuntamento... fortunatamente ha un buco per il venerdì successivo all'ufficio postale di Aigues-Mortes (fiuuuuuhhh!!).

A questo punto, mi comincia a chiedere se ho altri conti in Italia o libretti di risparmio e rispettivo ammontare, quanto penso di mettere da parte al mese per aprire eventualmente un libretto di risparmio qui, una serie di inutili assicurazioni, tra cui una che mi coprirebbe in ambito giuridico anche per eventuali querelles con i vicini di casa (ma perché dovrei litigare coi vicini? non so neanche che faccia hanno!).

Ovviamente, ogni cosa che mi propone ha un costo che verrebbe detratto ogni tre mesi dal mio conto, per cui no grazie. Capisco che più prodotti vendi più ci guadagni, ma fatto nei miei confronti, visto che prendo sui mille euro al mese, io lo chiamo sciacallaggio!

Così, una volta presentate tutte le carte del caso, parte il mio dossier. E nel giro di una settimana, ho il mio conto e la mia carta.

E ora, gioia delle gioie, potenzialmente posso pure permettermi di andare a cambiare assegni alla Posta, qualora ce ne fosse bisogno (qui funziona che se non hai un conto aperto presso un istituto di credito, non puoi cambiare assegni nel suddetto istituto).

Mi sento molto più integrata...

domenica 9 marzo 2014

Rewind, please!/2

Eravamo rimasti a quando mi hanno dato la notizia sconvolgente della mia pressoché immediata assunzione...

Dunque, tornata a casa ho iniziato a cercare casa in maniera forsennata. Fortunatamente, esistono siti come leboncoin.fr o paruvendu.fr dove, oltre alle esosissime proposte di affitto da parte delle agenzie, ci sono anche annunci di privati che affittano mono o bilocali (studio T1 o T2 a seconda delle dimensioni). Ne ho trovati 3 o 4 plausibili, prendendo appuntamento con i rispettivi proprietari per la settimana successiva.

A questo punto, venerdì 14 febbraio, giorno di San Valentino nonché giorno in cui Enrico Letta rassegna le sue dimissioni irrevocabili (sarà un segno di svolta decisiva estesa al di fuori della mia persona? bah!), parto a bordo della Laguna gentilmente concessami dal mio babbino e, insieme a mia madre e mio fratello Giorgio, mi faccio tutto il viaggio in un sol giorno. In questo modo, l'indomani li riporterò all'aeroporto di Marsiglia per farli tornare a casa e a me resterà la macchina.

Domenica sera, dopo aver visionato appartamenti per tutto il giorno, chiamo Christine per dirle che prenderò la camera in affitto nella sua casa a Saint-Laurent-d'Aigouze: a soli 200 euro ho una camera grande quasi quanto i monolocali che ho visto (che però costavano almeno il doppio più spese), posso usare cucina e tutti gli elettrodomestici, e in più ho una buona compagnia animale: tre gatti, un cane, due tartarughe e tre pesci.

Christine è fortissima, è un'agente immobiliare che sta cercando di cambiare mestiere perché dice che non le piace lavorare quando non si hanno più stimoli (come la capisco!); ha un sacco di interessi, che vanno dal cinema alla musica, fino alla fotografia e alla pittura: qui la potete vedere all'opera.

Arriviamo quindi al mio trasloco ufficiale: a partire da martedì 18 febbraio sono a tutti gli effetti domiciliata al 57 Rue du Porche.

Seguono: acquisto online e attivazione della carta telefonica francese con la già sperimentata compagnia da "extracomunitari" Lycamobile (ma hanno tariffe vantaggiosissime), nonché svariati rendez-vous alla Banque Postale per aprire un conto su cui farmi versare lo stipendio.
Ma questo punto merita un post a sé... à plus!

giovedì 6 marzo 2014

Rewind, please!

Siccome immagino che i miei lettori stiano fremendo dal desiderio di scoprire come tutto cominciò, ebbene sappiano i suddetti lettori che il loro desiderio sarà esaudito nelle righe che seguono.

Come molti sapranno, a gennaio ero già venuta in Francia per due diversi colloqui, uno a Digione e l'altro a Chinon, vicino Tours, sempre nell'ambito (eno)turismo-cultura. Il colloquio a Digione non mi aveva soddisfatto particolarmente, quindi non è che ci sperassi molto, mentre nell'altro mi sembrava che fosse andato tutto bene, un'ora di entretien comprensiva di simulazioni di situazioni e dialoghi in inglese per verificare il livello di conoscenza della lingua... cacchio mi ero proprio piaciuta! Mi sono detta: vai, questa è la volta buona! anche perché i tizi che mi "interrogavano" avevano fatto la faccia di chi poi ti dirà "ok, sei dei nostri". 

Beh, purtroppo non è andata affatto così. Dopo una settimana, dopo che io e i miei fratelli, che gentilmente si sono offerti di accompagnarmi, ci siamo sparati più di tremila chilometri di macchina in cinque giorni, mi mandano un'e-mail per dirmi che il mio profilo è tanto, tanto interessante, che loro avrebbero tanto bisogno di me... ma purtroppo hanno scelto un'altra persona. Ma come? Prima mi "allisci" poi mi pugnali? 
Dramma. 
Ho pensato: cara mia, non riuscirai mai e poi mai a schiodarti da qui e vedere come funziona dove le cose funzionano, sei condannata a restare dove ci si deve arrangiare per far camminare la pecora...

Senonché, avendo già adottato un piano B (che prevedeva, secondo il mio pessimismo cosmico, di inviare CV a manetta non appena tornati dal viaggio, in vista di un possibile fallimento della "missione"), dopo circa una settimana dal gran rifiuto trovo un'offerta di lavoro sul sito Culturespaces. Fico, penso, è da qualche tempo che seguo questa società, fanno un sacco di cose, hanno progetti in tutta la Francia... mi ci fiondo. Il posto (Aigues-Mortes) non mi dice granché, avrei preferito una Parigi o il campo di battaglia di Waterloo, ma serve per iniziare. 
Invio il CV.

Due giorni dopo mi rispondono: ci dispiace, ma i posti disponibili sono già stati assegnati. Ci riserviamo di conservare il suo CV per i prossimi sei mesi.
Furore immenso: inizio a mandare CV a più non posso, qualcuno mi dovrà pur volere! Par contre, la risposta è sempre la stessa:  il suo profilo è tanto, tanto interessante, avremmo tanto bisogno di lei... ma purtroppo abbiamo scelto un'altra persona, grazie.

Non c'è speranza, mi rassegno a una vita di stenti. Non economici, non è che devo diventare Bill Gates. Stenti di soddisfazione, entusiasmo. Vorrei lavorare in un ambiente che mi dia speranze di crescita professionale, che mi faccia avere dei risultati per aspirare ad ottenerne di altri. 
I miei ex colleghi sanno di cosa sto parlando.

MA, e qui arriva il colpo di scena, venerdì 31 gennaio mi arriva una mail insperata: Culturespaces mi dice che una persona ha rinunciato all'incarico, e mi danno appuntamento per il venerdì successivo (7 febbraio) per un colloquio a Nimes.

Sono assalita da ogni tipo di dubbio: come ci vado a Nimes? Ma sono sicura di andare? Non è che finisce come l'altra volta, paghi viaggio, albergo & Co. e poi fai un'altro buco nell'acqua? Passo un giorno intero così, poi dico: basta, ultimo tentativo, o la va o la spacca.

Nimes è facilmente raggiungibile: Ryanair Roma-Marsiglia Vitrolles, poi Intercites Vitrolles-Nimes e il gioco è fatto. Questa volta, è mamma che viene a farmi compagnia.
Con la scusa dei miei colloqui, praticamente tutta la mia famiglia può dire di essere venuta in Francia.

Venerdì mattina, apparentemente in forma come non mai, ma con un groppo interiore così, vado a fare il colloquio con quella che potrebbe essere la mia papabile responsabile, Mathilde, e con il super-mega direttore Culturespaces di Nimes. Colloquio lampo, un quarto d'ora sì e no, domande secche ed essenziali, test d'inglese parlato (già sperimentato). Visto che il contratto è previsto dal 17 febbraio (cioè dopo soli 10 giorni), mi dicono che il pomeriggio stesso avrò la risposta. 
Esco, vado a fare pranzo. 

Ho una sensazione di estrema inquietudine, sento che potrei aver dato molto di più, sono fortemente insoddisfatta. Tengo il cellulare più che a portata di mano, visto che solitamente tendo a dimenticarlo un po' qua e un po' là (non vi è mai capitato di chiamarmi per ore e di non ricevere risposta? appunto), ma questa benedetta chiamata non arriva. Poi, alle 18, finalmente uno squillo: "sono Mathilde, per noi è ok" mi fa, come se mi stesse parlando di noccioline.

A momenti svengo: sono felice, al settimo cielo, ma dopo 2 secondi realizzo che ho 10 giorni per trasferirmi, trovare una casa, sistemarmi... COME FACCIO???

Qui mi rendo conto che l'ho tirata un po' per le lunghe.
Suspence... al prossimo post.
(à suivre)


mercoledì 5 marzo 2014

Dovemitrovoesattamente

Prima di raccontare COME sono capitata dove, sarà meglio spiegare DOVE mi trovo esattamente, no?

Lavoro come hostess di accoglienza e biglietteria al Cinema Municipale di Aigues-Mortes per Culturespaces, società privata che gestisce numerosi siti e musei in tutta la Francia (quelli del Jacquemart-André di Parigi, tanto per intenderci).

Aigues-Mortes è una piccola cittadina (avrà ottomila/novemila abitanti al massimo) nella Petite Camargue, ovvero la parte di Camargue situata nel dipartimento del Gard, nella regione Languedoc-Roussillon. Una cittadina medievale, dall'impianto ancora meravigliosamente intatto, fondata dal Re San Luigi per farne il primo porto del Regno di Francia nel Mediterraneo, da cui poter salpare per la 7a e 8a crociata (XIII secolo).

Tutt'intorno, stagni a iosa, natura selvaggia e selvatica oserei dire (cavalli, tori, uccelli di ogni forma e colore), e saline produttive ancora oggi, dopo secoli e secoli di attività (appena potrò andrò a visitarle, si può fare un giretto in barca o in trenino). Per chi me l'avesse chiesto prima della partenza, l'acqua è rosa per via di un'alga particolare (a detta della guida, non pericolosa).

Ebbene, Culturespaces ha realizzato un film sulla fondazione della città, film che proiettiamo nel cinema cittadino ogni 30 minuti (discreto successo di pubblico, in attesa delle mandrie di turisti che sembra affollino la zona in estate).

Proprio in virtù del fatto che d'estate ça bouge a Aigues-Mortes, ho preferito non prendere casa direttamente lì (costi esorbitanti a fronte di spazi esigui), ma grazie al meraviglioso sito leboncoin.fr (che è un po' come il nostro subito.it) ho trovato una camera da affittare a casa di Christine, simpaticissima francese di origine spagnola, a Saint-Laurent-d'Aigouze, sette km dal posto di lavoro. Un po' come Belforte più o meno, salvo che qui parli in francese anche dal fornaio, pardon dal boulanger.



martedì 4 marzo 2014

Rieccomi!!!

A grande, grandissima richiesta (sembra che molta gente non sappia proprio farne a meno!!) torno a scrivere un blog sulle mie avventure lavorative francesi (con annessi e connessi). 

Ero reticente all'inizio, visto che sono partita in fretta e furia e avevo mille pratiche da sbrigare in pochi giorni, ma poi mi sono detta che un ritaglietto di tempo ogni tanto avrei anche potuto trovarlo, in fondo si tratta di scrivere poche, essenziali e concise righe a giorno, che sarà mai... 
D'altronde sembra che le parole vengano da sé, in maniera più fluida, quando sei lontana da casa e vuoi comunque rendere partecipi della tua vita le persone a cui tieni, quindi ieri sera, 3 marzo 2014, alle ore 22 è partita ufficialmente la messa a punto del blog.

Sappiate, cari lettori, che sarà necessario un bel flashback per spiegare come mai sono capitata proprio qui, a vivere in un paesetto della Camargue nel Gard che farà sì e no 3500 abitanti, e a lavorare in una cittadina che è stata il primo porto del Regno Francese nel Mediterraneo, conservata in maniera talmente perfetta che sembra l'abbiano ricostruita l'altro ieri per farne un set cinematografico.
Quindi, vi sorbetterete un noiosissimo résumé dei giorni che hanno preceduto la mia partenza.

Cari miei, avete voluto la bicicletta e ora vi tocca pedalare!