lunedì 27 ottobre 2014

Manuale del "giovane" emigrato

"Sfogliando" La Repubblica di stamattina, leggo che Renzi alla Leopolda n.5 ha affermato che il posto fisso non c'è più. Bella scoperta! Te ne accorgi solo ora? "E' uno shock psicologico enorme perdere il lavoro, cosa fai? Vai al centro dell'impiego, ti iscrivi, senti tutta la solitudine..." Con tutto il rispetto, Renzi, ma tu che ne sai dello shock psicologico del perdere il lavoro? La conosci la frustrazione del non sapere cosa farai domani?
Va bene constatare l'esistenza di un problema, ma al problema bisogna trovare una soluzione!
Ed è una vita che ce ne promettete una...
 
E mi viene da pensare che forse ho fatto proprio bene a partire, certo, la Francia non è che stia messa tanto meglio, pero' almeno se ti sai muovere qualche chance in più ce l'hai...
Nel caso qualcuno sia interessato, riassumo brevemente le tappe fondamentali del migrante (in Francia, ma credo che valga un po' ovunque).
 
Tappa n.1: trovare un lavoro prima di partire. Se arrivi e non hai un lavoro, non puoi fare praticamente nulla, a partire dall'alloggio (ovviamente chiedono delle garanzie, e danno un'occhiata al tuo contratto e al tuo salario), a meno che non si abbia la fortuna di avere qualcuno che ti ospiti per i primi tempi. Diversi sono i siti da consultare, a partire da Pôle Emploi.
 
Tappa n.2: trovare una casa. Per fare qualunque cosa, ti chiedono un certificato di domicilio, e se non ce l'hai non c'è santo che tenga, non si commuovono neanche un po'. Una volta trovata casa, puoi aprire un conto corrente (a patto che tu abbia già un lavoro), fare la tessera per l'abbonamento ai mezzi pubblici, chiedere la Carte Vitale, ossia la tessera sanitaria...
Meglio evitare le agenzie immobiliari, le commissioni sono alle stelle e i prezzi per l'affitto pure. La cosa migliore da fare, rivolgersi direttamente ai proprietari, il primo sito da consultare Le bon coin.
 
Tappa n.3 aprire un conto corrente. Se lavori, non c'è nessuno che ti paghi in contanti, ma ti fanno un bonifico o ti danno un assegno, che pero' non puoi cambiare da nessuna parte se non hai un conto corrente (a Bordeaux avevo ricevuto un assegno premio, ma ho dovuto aspettare di tornare in Italia per cambiarlo).  
Per gli stranieri, l'istituto dove è più semplice aprire un conto è la Banque Postale (costo annuale 61,00 €), ma ci sono anche diversi conti online gratuiti (farà old style, ma purtroppo io sono ancora un po' diffidente in merito).
 
Arrivati alla tappa n.3, si è già a buon punto. Si puo' sottoscrivere una mutuelle per i rimborsi delle spese sanitarie (a patto di avere un numero di sécurité sociale, che si puo' avere solo se si lavora da almeno 4 o 6 mesi, non ricordo più), si puo' prendere uno dei numerosi forfaits telefonici, per il quale è indispensabile il conto corrente  (io ho un forfait Free a 2€ al mese, ma all'inizio avevo una ricaricabile Lycamobile, che puoi ordinare su internet e ti arriva a casa, ma devi avere una casa!)... insomma, puoi iniziare a sentirti un po' meno "nuovo arrivato".

Ora, io non è che voglia incitare ad un abbandono di massa del paese natio, pero' un pensierino fatecelo se ne avete la possibilità. Se non altro per ampliare un po' le vedute e per un arricchimento personale tout court.
E' un'esperienza che ti apre gli occhi su tante cose, te stessa in primis.
Poi un giorno, quando tutto cio' che deve essere rottamato sarà scomparso, e quando si avrà speranza di poter trovare un posto di lavoro senza dover supplicare qualcuno perché ti raccomandi a qualcun'altro, forse si tornerà a casa.
Matteo, ho (una tiepida) fiducia in te.
 
 

domenica 26 ottobre 2014

Chiusa una porta... si apre un portone?

Ed eccoci qua, arrivati al capolinea. 

Il 31 ottobre scade ufficialmente il mio contratto, anche se lavorerò 3 mezze giornate a novembre per colmare i vuoti (il cinema resta comunque aperto, ma con orari invernali ridotti). La situazione impone un bilancio.

Mi dispiace? Non tanto: ultimamente le presenze erano calate parecchio, e personalmente durante la giornata mi annoiavo un bel po' (la settimana scorsa, in preda alla disperazione, mi sono ritrovata a comprare una copia di Glamour). Non vedrò più Audrey tutti i giorni, ma abbiamo già detto che dobbiamo farci un po' di giretti insieme, quindi so già che non ci perderemo di vista, il problema non sussiste. Per cui, non posso che vedere punti positivi: finalmente avrò più tempo per me, potrò tornare a dedicarmi alla scoperta della regione - perché non l'ho mica vista tutta! - e lo stipendio di ottobre sarà bello cicciotto (con la liquidazione e le ferie pagate). 

So che state pensando: ma se non guadagni più, di che campi, d'aria? 
E no, è qui che sta il bello. Per la prima volta nella mia vita, non mi preoccupa più di tanto il fatto di rimanere disoccupata. Avendo lavorato per più di quattro mesi, ed avendo pagato i contributi, mi spetta il diritto al sussidio di disoccupazione, quindi mi basterà fare domanda presso Pole Emploi e per 8 mesi in teoria dovrei stare coperta (Santa Francia, patria dei diritti!). 
Certo, non farò una vita da nababbo, ma sopravviverò più che bene. 
Nel frattempo, continuerò a cercare altro, ma per anticipare i tempi ho iniziato a mandare curriculum già da metà settembre.

E non so spiegare perché, visto che io in genere sono di un pessimismo cosmico, tale che Giacomino (Leopardi) mi fa proprio un baffo, dicevo non so perché ma il mio spirito è pervaso da una strana sensazione, che oserei quasi definire timido ottimismo. Sarà che ho mandato curriculum praticamente ovunque, pure in Bretagna (ma per lavori che hanno un senso per me e che arricchirebbero il mio percorso professionale, mica così a uffa!), ma di tanto in tanto mi sorprendo a fantasticare sulla mia vita futura imminente, sulla città dove potrei vivere, sulle nuove prospettive che mi si potrebbero aprire... Poi magari sarà  solo un sogno, però questo vivere un po' in "sospensione" mi tiene in costante (positivo) allarme, sempre sul chi va là, pronta a captare qualsiasi onda nell'aria.
Mi sa che mi sta proprio venendo voglia di trasferirmi altrove... ma a casa comunque non ci torno. Ora che mi sono resa conto di potermela cavare, di sapermi adattare, ora che ho ottenuto il numero di sécurité sociale e che ho pure diritto al medico generico, non ci penso proprio a tornare.
Chi non voleva più vedermi, può stare tranquillo!

PS: per i puristi, lo so benissimo che il plurale di "curriculum" è "curricula" (io e il latino ci conosciamo parecchio assai), ma scrivere "curricula" nel bel mezzo di una frase mi sa di saccenza, quindi ho optato per una versione più pop(olare)!



lunedì 20 ottobre 2014

Visiting time/2

Come preannunciato nel post precedente, questa settimana ancora tempo di  visite, ma stavolta sono io che sono partita alla volta di... (per l'ennesima volta) Bordeaux!
Che ci posso fare, questa città mi piace troppo, e quando ne ho occasione ci torno più che volentieri!
Il "pretesto" era quello di andare a trovare Laurent, il mio capo ai tempi dello stage là-bas, che ad agosto è diventato papà di Pierre-Louis. Come non andare a fare la sua conoscenza? 
Detto fatto: tre mesi fa avevo già prenotato il volo Ryanair da Marsiglia (ma perché da Montpellier non parte mai qualcosa che mi fa comodo?), pagato soli 39,99 €, e avevo già pianificato il weekend. 

C'è da dire che due settimane fa, sul sito Pole Emploi, trovo un'offerta di lavoro poco distante da Bordeaux, un CDI (contratto a tempo indeterminato) per fare visite guidate in una proprietà vinicola. Senza perdere neanche un nanosecondo, invio il mio CV e mi rispondono subito dicendomi che posso fare il colloquio venerdi' 17 nel pomeriggio... e capita a fagiuolo, perché io arrivo a Bordeaux a mezzogiorno proprio di quel giorno li'!
E' un segno, mi dico, vuoi vedere che finalmente stavolta...
Senonché, due giorni prima della partenza, Laurent mi invia un sms, dicendomi che Charlotte, una mia ex collega a Bordeaux, ha saputo che la ragazza che doveva partire dal castello in questione non parte più, e quindi niente colloquio. Incredula (perché non avvertire prima, dico io?), chiamo il castello e chiedo lumi, e la versione è confermata: per ora la ragazza rimane, ma dovrebbe partire tra qualche mese, quindi il colloquio è solo rimandato e mi richiameranno (dicono, ma poi lo faranno sul serio?)...
E va bé, potevo ottimizzare il viaggio, e invece, semmai mi dovessero richiamare, mi toccherà ritornare, in fondo è solo un'ora di aereo...

E cosi' venerdi' mattina parto alle 7.30 da casa per essere circa alle 9 a Marsiglia, penso così vado comoda, tanto ho l'aereo alle 10.45... Ma mi era sfuggito che qui iniziano le vacanze della Toussaint (il 1° novembre), che durano la bellezza di due settimane, e quindi je galère déjà pas mal per trovare posto nel parcheggio coperto (dato che pago, parcheggio con stile, no?), e non vi dico la fila chilometrica al controllo dei bagagli... una volta arrivata alla sala d'attesa, ho aspettato solo 10 minuti!

Arrivata a Bordeaux in perfetto orario, bus n.3, tram C e treno fino a Saint-Loubès, dove Marine, la moglie di Laurent, viene a recuperarmi. Una volta a casa, trovo Pierre-Louis ben sveglio e sorridente tra le braccia del papà... che amore! 
Serata tranquilla à la maison, il giorno dopo a passeggio per il centro di Bordeaux, strade brulicanti come al solito, les Quais (quanti ricordi, che nostalgia!!!), e la sera cena con alcuni ex colleghi di Pape Clément al Fuxia a Quinconces. Ma non rientriamo troppo tardi, il pupo non puo' mica fare vita mondana già a due mesi e mezzo!

E ieri sera già di ritorno, sorvolando Marsiglia prima dell'atterraggio ho già voglia di ripartire... meno male che con Audrey abbiamo deciso di festeggiare la fine del contratto con un bel viaggetto!
Resta solo da vedere dove...



giovedì 16 ottobre 2014

Visiting time/1

Lo scorso fine settimana weekend in famiglia.
No, io non sono andata da nessuna parte. E' la famiglia che è venuta da me.
Infatti, approfittando del fatto che è stato il mio compleanno, che l'ho passato da sola (ma quando mai?), ecc. ecc., mia madre, che ormai sembra non avere più paura dell'aereo, da quando ha fatto la "follia" di salire per la prima volta su un aereo per raggiungermi a Bordeaux, è venuta a farmi una visitina.
 
Partita giovedi' da Fiumicino insieme a mia zia Liliana, sono andata a "recuperarla" all'aeroporto di Montpellier, dove ho scoperto che il depose minute è davvero minute, nel senso che non c'è un'area dove puoi sostare quei 5-10 minuti in attesa dei tuoi cari, ma li devi acchiappare al volo all'uscita dell'aeroporto, perché c'è solo una vietta ad una corsia dove non solo non ti puoi fermare, ma ti devi pure spicciare a caricarli perché senno' quelli dietro di te si innervosiscono.
Bisogna anche dire che sono capitate nel weekend di massima allerta meteo (alerte rouge), piogge torrenziali hanno devastato mezzo sud della Francia, e i dipartimenti del Gard e dell'Hérault sono stati particolarmente colpiti.
Quindi, il programma di visita che avevo meticolosamente preparato, con tanto di sosta toilette prevista sull'autostrada in direzione Uzès, è andato a farsi benedire, e mi sono dovuta dare all'improvvisazione.
Un gioco da ragazzi per chi lavora nel turismo, no?
 
Cosi' appena arrivate, approfittando del mio unico giorno libero durante tutta la loro permanenza, le ho portate a Les Baux de Provence (da notare che in Provenza per tutto il weekend c'è stato un sole meraviglioso, mentre da noi si scatenava il putiferio), dove abbiamo visto le Carrières de Lumières e il Castello (e visto che io c'ero già stata ho fatto un po' da cicerone), e dove hanno potuto dare libero sfogo ai loro portafogli, tra tessuti provenzali, calamite, cicale di tutte le forme e dolcetti di ogni sorta.
 
Il giorno seguente, ero in libera uscita solo nel pomeriggio, e siamo andate a fare un giretto a Les Saintes Maries de la Mer, dopo aver mangiato a più non posso da Aqueste-Ko. Anche questa era una tappa che avevo già fatto, ma abbiamo avuto la fortuna di trovare aperta la scala che conduce in cima al Santuario dei Gitani, e cosi' abbiamo potuto ammirare il panorama dall'alto (cosa che non avevo potuto fare l'altra volta).


E sabato mattina, visita alla Cathédrale de Maguelone, novità anche per me.
Cielo limpido, sole ferragostano, abbiamo parcheggiato quasi direttamente sur place (ora si puo' perché è bassa stagione, altrimenti bisognerebbe parcheggiare più lontano e prendere una navetta) e passando per la stradina che conduce all'isola abbiamo visto una quantità impressionante di fenicotteri rosa con la testa immersa nell'acqua (suppongo stessero facendo "merenda", visto che li' è pieno di pesci).
Si tratta di una cattedrale costruita nell'XI secolo su un'isola nel bel mezzo degli stagni, un sito occupato già nell'antichità e distrutto nel 737 da Carlo Martello (si', proprio quello della canzone di De André).
Rimaneggiata più volte, oggi è stata completamente restaurata (scavi archeologici sono ancora in corso nel chiostro), ed è di una bellezza sconcertante - per me che sono fan dell'arte romanica è una goduria! -. E' un connubio perfettamente riuscito tra architettura, natura "selvaggia" e vigneti che circondano in lungo e in largo la cattedrale, e in più si è a due passi dalle spiagge... davvero una meraviglia.

E dopo un pomeriggio lavorativo per me (e una passegiata per le vie di Aigues-Mortes per loro), cosa c'è di meglio che una buona cenetta? Siamo andate alla Gourmandine, dove non ero mai stata, ma che ho scelto in base ai commenti su Tripadvisor. E devo dire che abbiamo mangiato delle ottime galettes, la mia poteva davvero competere con quelle che mangiavo da Imogène a Parigi, e pure le mie ospiti sono state soddisfatte (sospiro di sollievo, mia madre ogni tanto ha problemi con la cucina francese. Se penso che detesta le chèvre... ma come si fa?).
E domenica mattina, dopo aver chiuso in anticipo il cinema per l'ennesima allerta meteo, le ho riaccompagnate all'aeroporto di Montpellier, da dove sono ripartita piuttosto in fretta dopo aver consumato un rapido panino, temendo il cataclisma che mi avrebbe bloccato in superstrada.
Per fortuna tutto è andato per il meglio, solo tanto vento mentre rientravo e il loro aereo è partito in perfetto orario (ed è atterrato a Roma, dopo qualche turbolenza, altrettanto puntuale).

E questo weekend, sarà ancora tempo di visite...


 

mercoledì 8 ottobre 2014

Birthday time!

Come accade (purtroppo) ogni anno, anche stavolta è giunta l'ora del mio compleanno, che, come sempre, non ho affatto voglia di festeggiare... Ma si dà il caso che Jonathan compia gli anni 2 giorni prima di me, cosi' decidiamo di "festeggiare" insieme, con il resto della ciurma. 

La data prescelta è sabato 6 ottobre, mangeremo al ristorante le Bouzou di Castelnau-le-Lez, per poi proseguire la "festa" alla Petite Scène a Montpellier.

Ma, visto che la serata si preannuncia impegnativa, è necessario un piccolo warm up, ed ecco allora che ci siamo trovati, in versione ridotta, a festeggiare l'Oktober Fest al V&B di Lattes giovedi' scorso.

Appuntamento alle 19, in questo posto metà negozio metà bar, con Jérôme, Fanny e Cédric (che pero' arriva un po' in ritardo causa piccolo souci au boulot), ci aspettiamo di bere della (se non ottima, almeno decente) birra tedesca e di mangiare specialità teutoniche, come tra l'altro recitava il menù che ci ha convinti a venire qui.

Ma già alla prima birra ci rendiamo conto della piège: il cameriere rovescia metà della birra spillata sul bancone, si intreccia col conto e nel darci il resto e come se non bastasse la birra è scialaquatissima! 
E per cena non va meglio: passi il maiale allo spiedo insieme alle sue (sciape!) patate al cartoccio, ma i bretzel erano più elastici di una ciccingomma e il dessert era un qualcosa di bruciato con sopra qualcos'altro che assomigliava vagamente a panna ma che panna non era! 
Se non altro pero' la compagnia era ottima...

E sabato, cena a buffet in questo meraviglioso ristorante multietnico, dove si puo' gustare davvero di tutto, dal pollo tandoori alle patate fritte wasabi, passando dalla carne di coccodrillo a quella di lama. 
Io personalmente ho assaggiato un po' di tutto, ma sulle carni non sono stata molto "esotica", lo sforzo massimo che sono riuscita a fare (come potevo mangiarmi un pezzo di canguro o di lama?) sono state due fettine di squalo, che come gusto è piuttosto simile al pesce spada. 
Jonathan si è mangiato pure i grilli e Cédric ha assaggiato quasi senza battere ciglio tutte le terrine dei peperoncini, dal più tenue al più piccante, mentre Louis-David ha cercato tutta la sera di trovare un modo per bere una bevanda a terra con la cannuccia extra long che avevamo avuto in dotazione per l'aperitivo... alla fine se l'è portata via (e ha preteso che noi facessimo altrettanto!), nonostante fosse in bici, e ha avuto pure il coraggio di usarla alla Petite Scène!

E io che credevo che i Francesi queste cose non le facessero...



lunedì 6 ottobre 2014

Octobre ensoleillé

Et voilà, e pure ottobre è iniziato! 
E mai titolo fu più azzeccato, perché il sole e il caldo, almeno nei primi giorni del mese, si sono fatti davvero sentire (ammetto: il titolo non è farina del mio sacco, ma ho tratto "ispirazione" dal nome del bagnoschiuma sul catalogo del Lidl).

Quindi perché non approfittare di un quanto mai insolito giorno di riposo in contemporanea con Audrey per andare a far carbone insieme da qualche parte?
Detto, fatto: venerdi' mattina, dopo aver comprato il regalo per Pierre-Louis (il figlio di Laurent, mio ex capo a Château Pape Clément), che avro' il piacere di conoscere durante il mio imminente weekend a Bordeaux, ci troviamo con Audrey al Cap Costières di Nîmes, facciamo pranzo alla caffetteria e poi via!, alla volta di Uzès, borgo medievale nell'entroterra gardois.

In realtà il borgo non lo vediamo affatto, ma ci passiamo soltanto intorno (perché? lo scoprirete nelle puntate seguenti), la nostra mèta é il Musée du Bonbon Haribo, con piccola deviazione alla Source d'Eure, ovvero la sorgente che alimentava il Pont du Gard ai tempi dei Romani.

La nostra prima tappa è proprio la Source, dove Audrey mi spiega minuziosamente il perché della scelta del sito da parte dei Romani e il funzionamento dell'acquedotto (e qui ammetto che mi torna un certo, seppur minimo, orgoglio italico). 
Ma anche la cornice merita ampiamente: prati spaziosi e verdissimi, sentieri curati, panche e tavoli di legno per piqueniquer, i cigni che si rincorrono lungo il fiume (il "galletto" del gruppo voleva fare colpo sulle donzelle, ma invano... uomini e animali non differiscono poi tanto!)... insomma, complice il bel tempo e la temperatura più che gradevole, un luogo ideale per trascorrere qualche ora in tutta tranquillità.

Ma non è il nostro caso: il museo che tutti i golosi sognano ci attende. Quella gran fortunata di Audrey (che ultimamente vince di tutto) ha vinto un chilo di caramelle e due ingressi al museo partecipando ad un gioco radiofonico, e cosi' eccoci qua!

Museo ipercolorato, dai sentori zuccherosi (mi aspetto quasi che da un momento all'altro mi salti fuori Willy Wonka), che spazia dalla storia dell'azienda a quella delle campagne pubblicitarie (da sogno les affiches di fine '800), per arrivare al processo produttivo e relativi macchinari, senza dimenticare uno spazio ludico dove puoi provare a fare la torsione della liquirizia o impilare le scatole pronte per la distribuzione.

E poi c'è la boutique, dove puoi acquistare le ultime novità in fatto di bonbon (la signora davanti a noi alla cassa ha speso 89 euro in dolcetti!) ma anche oggettistica, tipo tovagliette, vassoi, raccoglitori... tutto rigorosamente in stile Haribo.
Personalmente, vista la mia tendenza all'ingrasso in terra francese, ho optato per una sobria cartolina gigante che riproduce una delle suddette affiches.

Il tipo alla cassa mi ha guardato quasi con pietà e ha fatto una faccia tipo: "Ma tu sei normale?"...