domenica 15 giugno 2014

E vai col weekend!

Ho latitato un po' dall'ultimo post, ma sembra che non mi basti mai il tempo!!! 
Nel frattempo mi sono dannata l'anima perché Djokovic non è riuscito a vincere il Roland Garros, ho appreso che Fanny diventerà la signora Balotelli, che les Bleus sono apparentemente molto carichi (dice Dechamps come nel '98, staremo a vedere) e che Scajola è ai domiciliari (a casa di chi? è la sua, non è la sua, gliel'hanno comprata ad hoc a sua insaputa?).

Dunque, settimana abbastanza impegnativa dal punto di vista lavorativo, non tanto per le (scarse) presenze, ma perché è stato un caldo infernale, degno del nostro migliore agosto tropicale. 
Se poi ci mettete che mercoledì sono andata con la stagista a distribuire volantini (a piedi) dalle 10 alle 15 (l'orario migliore!), e che giovedì mattina ho partecipato alla simulazione della visita animata della suddetta stagista in giro per Aigues-Mortes, dalle 11 a mezzogiorno, e per di più in tenuta Culturespaces, vale a dire vestita di nero...

Nonostante lavorassi pure durante il fine settimana, non mi sono lasciata demoralizzare e mi sono data alla pazza gioia.
Così venerdì sera, sono andata con Audrey alle Féeries du Pont, spettacolo meraviglioso di luci, suoni e fuochi d'artificio al Pont du Gard.
Siamo partite da Aigues-Mortes alle 19 e, dopo una tappa cambio d'abito a casa di Audrey, ci siamo dirette verso il Pont du Gard.

A detta di Audrey, gli anni scorsi c'era la fila già qualche chilometro prima di arrivare al sito, ma venerdì tutto è filato liscio (forse perché nel pomeriggio c'è stato un temporale, e molti hanno desistito) e siamo arrivate intorno alle 20.30. 
Ci siamo comprate un panino e siamo andate a cercarci un posto sull'erba (secca, perché qui non ha piovuto proprio per niente!).
Nel frattempo, la Banda Bruti (gioco di parole, un abruti in francese è un imbecille) gironzolava tra la folla con un curioso repertorio spagnoleggiante, latinoamericano e anche un po' malinconico tipo circo triste dal vago sapore balcanico (avete presente la canzone I Pagliacci di Vinicio Capossela? ecco, così).

Al calar del sole, il Ponte si illumina come per magia: le arcate variano dal rosa al verde fino al blu, ed è sempre più suggestivo man mano che scende la notte. Nel frattempo il prato si riempie (la vicina mi stende letteralmente la sua serviette sulle gambe. Porta pazienza, Lucì...).
E poi, voilà: danzatori-acrobati-arrampicatori che vestono una tuta luminosa appaiono, insieme a un curioso pescatore multicolor, e il Ponte si anima di luci e colori, auto che lo percorrono, si trasforma in una specie di tetris, prende l'aspetto di pelle di serpente, ci nascono sopra dei funghi giganti... il tutto a suon di musica e fuochi d'artificio per la bellezza di un'ora.

Al momento di partire, ci rendiamo conto che, avendoci fatto parcheggiare il tizio all'ultimo ma proprio l'ultimo parcheggio in fondo, ci metteremo una vita per uscire. E così è stato: dopo "soli" 45 minuti primi riusciamo a guadagnare l'uscita del parcheggio e riprendere la strada verso Nimes, dove deposito la mia collega, per rientrare alla base verso le 2. 
Che dramma il risveglio ieri mattina alle 7...

Ma siccome non m'era bastato, ieri sera ho fatto pure Apéroplage numéro 2, stavolta veramente sulla spiaggia perché stranamente non c'era vento. Qualche persona già nota (tra cui il solito Daniel, ormai siamo Pappa&Ciccia), molti sconosciuti, tra cui un ragazzo di Lille da poco trasferitosi qui con cui ho avuto qualche scambio di battute su Berlusconi e maison de retraite. Volevo fuggire in tempo per la partita dell'Italia, ma sono stata trattenuta e ho mancato il primo tempo. Arrivata a casa ho acceso la tv, ho fatto in tempo a vedere il gol di Balotelli... e sono crollata, addio match. 
Mea culpa!





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