domenica 28 settembre 2014

September's running out...

E pure settembre volge al termine... In teoria sarei alla fine della mia (ennesima) avventura francese, senonché il mio contratto è stato prolungato di un mese, quindi mi vedo "costretta" a rimanere ancora almeno fino a fine ottobre (c'est une blague, in realtà avevo già previsto di rimanere comunque fossero andate le cose).


Quindi, per festeggiare la nostra permanenza chez Culturespaces, con Audrey siamo andate giovedì sera al pub O'Flaherty's a Nimes, per ascoltare The Littles, cover band dei Beatles (che adoriamo entrambe). Ci raggiunge pure Cloé, un'amica di Audrey che lavora ai bastioni di Aigues-Mortes... insomma, un bel trio di folli.

Pinte di (ottima) Kilkenny, canzoni meravigliose (che non ho mancato di cantare a squarciagola, notando con piacere che a distanza di anni ricordo ancora tutte le parole a memoria!), pubblico un po' timido, almeno all'inizio... poi grazie a un tizio che, visibilmente alticcio, ha cominciato a muoversi un po', finalmente qualcuno si alza dai tavoli, e a questo punto insieme a Cloé non abbiamo resistito e ci siamo lanciate... 

A lato, résumé della serata (montaggio sapientemente curato da Audrey, non sia mai che mi impadronisco di opere altrui!).


Ma siccome io sono fondamentalmente una donna di cultura, venerdì sera mi rifaccio andando a teatro. Ma non un teatro convenzionale: vado alla Chocolaterie a Montpellier, una specie di capannone adattato a sala teatrale (bellissime le panche di legno foderate e ricche di cuscini di varie forme e colori, che puoi prendere e sistemarti come ti pare!!), dove i gestori sono à la fois sceneggiatori, attori, insegnanti di recitazione e alla fine della pièce ti offrono pure un bicchierino! 
Spettacolo leggero, divertente, piacevole... tornerò!

E ieri, il top: ho saputo concentrare in un pomeriggio appuntamenti con tre persone diverse in tre luoghi diversi, approfittando della mia presenza nei dintorni di Sète.

Ore 15.45: appuntamento con Jonathan per andare a vedere l'Abbaye de Valmagne. In teoria c'è una visita guidata proprio a quest'ora, ma alla biglietteria ci informano che hanno fatto scorrere la visita precedente perché non c'era nessuno, con conseguente ritardo per la visita successiva... non potendo aspettare in ragione del mio planning, optiamo per la visita libera.
Documento di visita alla mano (da restituire all'uscita), ci immergiamo in un'oasi di pace e tranquillità, ammiriamo la facciata della chiesa abbaziale, davvero imponente (e ci divertiamo a trovare simboli e personaggi scolpiti sui capitelli del nartece), ed entriamo, scoprendo che la chiesa oggi ospita delle botti di vino enormi!
Presi dalla sindrome del turista giapponese, scattiamo non so quante foto, e, attraverso una porticina laterale, passiamo al chiostro, luogo più che suggestivo, in cui si trova ancora la fontana dove i monaci si lavavano le mani prima di mangiare (Valmagne è una delle pochissime abbazie ad aver conservato intatta la fontana, stando al documento di visita). Scattiamo ancora decine di foto (da dimenticare invece il refettorio che è stato completamente manomesso in epoca rinascimentale, sembra di stare in una sala del Palazzo Ducale di Urbino, è davvero un cazzotto in un occhio!), per poi accorgerci che sono già le 5 e arriverò inesorabilmente in ritardo al mio appuntamento n.2.
Rapidissima degustazione dei vini prodotti nei terreni circostanti (l'Abbazia oggi è proprietà dei discendenti dei conti di Tolosa che l'hanno acquistata nell'800, facendone una proprietà vinicola), saluto Jonathan e filo a Sète, dove Laurie mi attende per la visita della mostra su Joan Mirò al Musée Paul Valery.

Essendo arrivata in ritardo, abbiamo circa un'ora per visitare la mostra, interrogandoci sulle varie opere di Mirò e cercando di dare una nostra personale interpretazione (chi l'avrebbe mai detto che mi sarei cimentata nell'esegesi del re del Surrealismo?). Cerchiamo di dare un'occhiata fugace anche alle collezioni permanenti, ma il tempo è tiranno (e rischiamo pure di farci rinchiudere nel sous-sol mentre ammiriamo gli scorci del porto di Sète), è ora di levare le tende.

E visto che sono a Sète, come non fare una visitina al mio caro Daniel? E infatti l'appuntamento n. 3 prevede una cena al ristorante italiano più reputato di Sète, a detta sua, il Casa Italia.
Ora, in genere sono molto diffidente nei confronti di ristoranti italiani all'estero, ancora di più quando vedo cose bizzarre nel menù (pizza Marguerita o Quatro Stagione, funghi nella carbonara, e un misero piatto di pasta con la panna - solo panna, sì!- a 10,50 €, ma scherziamo?), ma siccome so che Daniel è un tipo esigente in fatto di bouffe, faccio a fidarmi.

E faccio bene: ordino la Quatro Stagione e con mia grande sorpresa è davvero ottima! La pasta è sottile e leggera, la mozzarella è vera mozzarella, il condimento è assolutamente perfetto (mi è capitato a volte di mangiare pizze dove lo strato di condimento era di circa 5 cm: non è che più roba ci metti, più la pizza è buona, eh!), e la ciliegina sulla torta è il dessert, che ci smezziamo: due meravigliosi profiteroles i cui bigné sono fatti chiaramente in casa.
Degna conclusione di una giornata piuttosto impegnativa...

E oggi pomeriggio, visita al Museo Archeologico di Lattes, così, tanto per sapere cosa c'era nei dintorni prima e ancora prima...
L'avevo detto che sono una donna di cultura, io!


giovedì 18 settembre 2014

Luminessences @ Avignon!

E che succede, scrivo due post in due giorni?
La verità è che ultimamente sto uscendo niente male, quindi ne avrei di cose da scrivere, ma mi manca il tempo... e quando posso ne approfitto per tenervi informati!
 
Martedi' sera, uscita dal lavoro, doccia veloce e raggiungo Audrey e Andréa a Nîmes, per andare tutte e tre trotterellando a Avignone per le Luminessences, spettacolo di luci e suoni nella corte del Palazzo dei Papi.
Arriviamo verso le 20, e ci fermiamo per cena a Place de l'Horloge; come al solito, approfittando del fatto che abbiamo i tickets restaurant, ciascuna di noi mangia per due, col risultato che io mi sento un po' pesantina a fine pasto... E non passeggiamo nemmeno tanto, perché il Palazzo dei Papi è a due passi e intorno alle 21.30 ci dirigiamo verso la biglietteria.
 
Come al solito, grazie alla carta fornitaci da Culturespaces, entriamo gratis (e Andréa gode del medesimo trattamento su presentazione della sua carta di guide conférencier) e ci sediamo per terra, pronte ad assistere allo spettacolo.
 
Che è geniale: narra la storia del Palazzo e del papato avignonese (e le sue conseguenze sulla vita cittadina) con immagini proiettate sulle quattro pareti della corte, il tutto accompagnato da musica, effetti sonori, citazioni, poesie... una meraviglia! Ma visto che le parole (le mie soprattutto) non rendono troppo l'idea, vi consiglio fortemente di vedere le foto.
 
Intanto, notizie dell'ultim'ora: da ieri pomeriggio nei dipartimenti Hérault e Gard -dove sono io- è caduto l'equivalente di tre mesi di pioggia (fenomeno delle piogge cévenoles, di cui trovate spiegazione a lato, gentilmente fornita da Audrey) e sono apparsa sul tg regionale della 3, in un servizio che parlava dell'Anfiteatro di Nîmes, nel giorno in cui sono andata a seguire la visita guidata di Andréa (che compare di spalle, t-shirt bianca, proprio davanti a me).
Non ci credete?
Suivez la flèche!
 

mercoledì 17 settembre 2014

Sweet September...

Il tempo passa, e sono già sette mesi che sono qui! 

Dall'ultimo post, molte cose sono cambiate: ho saputo che ho diritto alla famosa Carte Vitale (procedura -lunga- già iniziata), il segretario di Stato Thomas Thévenoud si è dimesso perché si è scoperto che non ha pagato per anni tasse  e affitto per "fobia amministrativa" (mi domando se i nostri sarebbero stati capaci di inventare una scusa simile!!), e ho vinto il primo premio al Bycoss Bar, una bottiglia di Gin Bombay Saphire (la classe!).

Inoltre, visto che il mio contratto è ormai agli sgoccioli e non si sa ancora se continueremo oppure no (come minimo lo sapremo il giorno prima...), ho iniziato a mandare curricula come se piovesse in quel delle Alpi.

Si', perché dopo la mia visita al Pôle Emploi per conoscere i miei diritti in merito alla disoccupazione, mi si è accesa una lampadina: e se andassi a fare la stagione invernale in Savoia?
Le ragioni ci sono tutte: la maggior parte delle offerte prevede alloggio, e spesso anche vitto, a completare un salario che varia dai 1400 ai 1700 euro al mese. Mica male, no?
Quindi questo è il mio piano: cercare di farmi prendere là-bas, mantenere la mia camera qui (me lo potrei permettere, visto che li' non avrei spese), fare la stagione fino a metà aprile e poi tornare al Sud in primavera come fanno le hirondelles per godermi l'estate (e la disoccupazione!) montpéllierain.


E mentre medito sul mio futuro immediato, ovviamente non mi faccio mancare qualche uscitina: venerdi' scorso sono andata con Jonathan al La Pleine Lune a Montpellier, in teoria per assistere ad un concerto; ci siamo ritrovati per cenare sul posto, all'esterno per godere di una delle ultime sere d'estate, salvo poi scoprire che il concerto si sarebbe tenuto all'interno, uno spazio angusto dove c'erano almeno 45 gradi e 45 persone appiccicate le une alle altre.
Ovviamente siamo andati altrove, e abbiamo testato un pub che ha appena aperto, il Berthom, dove abbiamo sperimentato un'ottima 8 Ball Stout, ma la scelta è stata veramente ardua... giudicate voi stessi (qui)!




E sabato sera, cena con Audrey all'Aqueste-Ko di Aigues-Mortes, ristorante che ha aperto da qualche settimana, dove si mangiano hamburger solo ed esclusivamente fait maison.
Ed è davvero un posto atipico per una ristorazione fast-food: già l'ambiente, mura con pietre e travi a vista e musica di sottofondo un po' lounge e ricercata, cameriere gentilissimo che prende il tempo di spiegarti cosa c'è in ogni piatto, e soprattutto il cibo: i nostri hamburger erano divini, pane croccantissimo e prodotti freschissimi, e il cheescake alla nutella è stata la classica ciliegina sulla torta... non ho potuto esimermi dallo scrivere un commento su Tripadvisor, meritava ampiamente!



Abbiamo poi proseguito a Le Grau du Roi, dove, in occasione della festa votiva, si esibivano i Sortie de Secours, che avevamo già visto alla Feria di Nîmes a giugno. Speravamo di fare il bis come soirée, e invece no... pubblico di età medio-alta assolutamente i-na-mo-vi-bi-le, ci siamo limitate a ballare sul posto...
Pazienza, non si puo' avere tutto dalla vita!




martedì 9 settembre 2014

Uot du ui du?

E così, dopo una settimana lavorativo-burocratica, io direi proprio che un po' di svago me lo merito tutto... Ho pensato: provo a contattare quel matto di Jonathan per vedere se insieme al suo degno compare Cédric (sono un po' come Cip&Ciop, il Gatto e la Volpe, Qui Quo e Qua senza Qua, che ne so...) riesce a creare dal nulla una seratina montpelliéraine.

Detto fatto: dopo solo qualche ora, trovo sul sito OVS l'invito per sabato sera. Saremo non più di 8 persone (ottimo, adoro le serate più intime e conviviali), inizieremo da The Egg (locale che adoro, ottime birre, buona musica -pare di stare da Emerson nei bei tempi che furono- e giro di limoncello offerto dal boss prima della partenza) per poi proseguire "où l'envie nous emmenera" (parola di Jonathan). 

Alla fine ci ritroviamo in sei, salvo che un tizio, l'ultimo arrivato, litiga ben presto al bancone col padrone del bar e ci lascia (fortunatamente, direi) un quarto d'ora dopo il suo arrivo. Il padrone, preoccupato del fatto che fosse un nostro amico, raggiunge il nostro tavolo per darci delle spiegazioni, ma gli diciamo di non preoccuparsi perché tanto è la prima volta che lo vediamo e con ogni probabilità anche l'ultima, visto la magra figura che ha fatto...


Continuiamo al By Coss bar, nel quartiere Beaux Arts, dove fanno cocktails stranissimi (e anche non proprio economici, oserei dire) e il personale è parecchio accogliente, così come l'ambiente un po' lounge-rétro con tanto di dj in tema. Appena ci sediamo, scatta il quiz: ci portano un cocktail misterioso di cui bisogna indovinare i 4 ingredienti, annotarli nel quaderno che ci viene fornito e azzeccarne almeno 3 per sperare di essere sorteggiati e vincere non so cosa (per la cronaca: noi ne abbiamo presi 3). Leggiamo la carte (meraviglioso il decalogo a pagina 2), cocktails davvero mai visti e alcuni addirittura per cui la quantità massima "ordinabile" è in numero di due (visti gli ingredienti, credo che quantità superiori siano letali). 
Io ho optato per Le retour de l'apricot.

Poi giri e giri (seguendo Cédric che aveva preso ovviamente i cocktails da "quantità limitata", e che quindi non aveva le idee molto chiare su dove stessimo andando), per finire al Panama Café, dove siamo rimasti una mezz'oretta... e poi a nanna, perché io, come solito, la domenica lavoro!

E per ieri pomeriggio, visto che abbiamo ripreso gli orari ridotti, con Audrey avevamo pensato di andare al mare all'Espiguette. 
Alle 16.10, cambiate d'abito in tre secondi che manco durante una sfilata, partiamo dal Cinema in direzione Le Grau du Roi. Un po' di traffico, qualche nuvola, che vuoi che sia... Arrivate sul posto, scopriamo che il parcheggio costa tassativamente 6 €, che si resti un'ora o tutto il dì; nel frattempo certi nuvoloni che fanno paura pure in Bretagna... scordiamoci decisamente di metterci in costume! Ripieghiamo su una merenduccia tartines au nutella et fraise chantilly e passeggiamo sulle dune per arrivare al Faro (passando anche per un sentiero vietato perché area militare, ma al limite avrei detto in italiano che non avevo capito che significava il cartello, questo era il piano). 


Alle 18.15, con la nebbia che scende stile Scozia, torniamo alla macchina, pronte a partire, salvo che c'è una coda mastodontica per uscire dal parcheggio, e un tappo ancor più megagalattico su tutta la strada fino alla rotonda che ci riporta a Aigues-Mortes. 
Risultato? Quasi 2 ore per fare 10 km, pas de chance...


domenica 7 settembre 2014

Giri e carte, carte e giri...

E siamo già arrivati a settembre, santo cielo come passa... In teoria, questo sarebbe il mio settimo e ultimo mese di lavoro, ma in pratica non si sa ancora se Culturespaces intende proseguire anche in autunno, nel qual caso ci farebbero continuare a lavorare a tempo parziale...
Quindi, visto che sono sempre più convinta del fatto di voler restare qui, o in Francia per lo meno, durante la settimana mi sono gettata (e non ho ancora finito) nel fantastico mondo della burocrazia dell'Exagon. 
Noi ci lamentiamo della burocrazia di casa nostra? Beh, in confronto alla Francia siamo dei novellini...

Innanzi tutto, mi sono recata alla CAF per vedere se finalmente posso avere un piccolo contributo per l'alloggio. E' da un pezzo che ho mandato la domanda, ma solo la settimana scorsa ho ricevuto una lettera dove mi dicevano che mancavano alcuni documenti, per cui martedì mattina alle 8 in punto ero davanti agli uffici di Nimes, per evitare code chilometriche. 

In pratica, mi manca un documento che attesta la mia adesione alla assurance maladie (assistenza sanitaria, perché apparentemente la tessera sanitaria italiana qui non conta niente - ma non era europea? bah), che non ho perché non sono Francese (e meno male che nella domanda avevo ben specificato ciò), quindi il tizio allo sportello mi ha detto di provare con la carta del tiers payant (ma non è detto che funzioni) che ho avuto grazie alla mutuelle che mi costa 30 euro al mese sottratti dal mio stipendio, carta con la quale avrei diritto al rimborso delle spese mediche se disponessi di una carte vitale, che però non ho in quanto non cittadina francese, per cui la settimana prossima non solo devo tornare alla CAF a consegnare ciò che manca, ma devo anche passare alla CPAM (Caisse primaire d'assurance maladie) per andare a elemosinare questa benedetta carte vitale che a quanto pare vitale lo è veramente.

Ma la buona notizia è che, avendo lavorato qui più di sei mesi, ho diritto alla chimera chiamata disoccupazione, come gentilmente mi ha detto la nanà al banco accoglienza di Pole Emploi. Ciò che non ho mai potuto avere nella mia amata (?) madrepatria, posso ottenerlo qui. Ah, Francia mia, sei veramente la terra dei diritti...
Quindi, diciamo che per il momento mi guardo intorno per avere un paracadute nel caso Culturespaces ci dica au revoir, ma nella peggiore delle ipotesi a secco non ci rimango!
Se poi considerate che le mie chances potrebbero aumentare, se solo riuscissi a far convertire la mia carta di guida turistica italiana alla Prefecture du Gard (prima o poi ce la farò ad andare pure là)...