giovedì 7 agosto 2014

I need some spare time!

Come avviene ormai dall'inizio di luglio, ogni volta che ho dei giorni liberi cerco di sfruttare ogni singolo minuto per fare ciò che più mi va, perché qui pare che più mi guardo intorno e più trovo da fare...
Risultato?
Invece che rigenerarmi, il "riposo" mi sfinisce... mais tant pis!

Quindi già lunedì sera, dopo un estenuante tour de force durato 5 giorni (vi assicuro che passare 8 ore a giorno, con temperature tropicali, a ripetere le stesse cose a gente che è in vacanza e ha lasciato a casa il cervello, per cui la stessa frase che ripeti all day long la devi ripetere più volte anche alla stessa persona, può essere davvero stressante), mi sono concessa una serata a Palavas-les Flots con un gruppetto OVS.
Ci siamo presi una bella coppa di gelatozzo lungo Quai Cunq in tutta tranquillità, abbiamo riso e scherzato, peccato che il tipo seduto alla mia sinistra, rimasto nel mutismo fino a quel momento, d'un tratto ha iniziato a parlare di dieta, palestra, calorie e barrette di proteine per fare merenda, riuscendo inspiegabilmente a monopolizzare la scena.
Santo Cielo, tutti uguali questi uomini vanesi...

Martedì mi sveglio di buon'ora per andare al mare. E' l'inizio di agosto, è vero, ma solitamente alla spiaggia del Grand Travers la mattina non c'è nessuno, quindi posso azzardare.

La cosa inspiegabile, una volta arrivata sul posto, è che di parcheggi liberi neanche l'ombra (ho dovuto parcheggiare dall'altra parte del globo terrestre, in un parcheggio apparentemente nuovo ma dove nubi e nubi di polvere si levano ad ogni auto che passa, con la conseguenza inevitabile che la sera sono dovuta correre a lavare la macchina), ma una volta arrivata in spiaggia...il deserto!
E, cosa ancora più inspiegabile, nonostante l'ampia disponibilità di spazio, una nonnetta verso mezzogiorno pianta il suo ombrellone a circa trenta centimetri dal mio fianco sinistro.

Signò, ma perché non vai più in là???


Per non parlare poi della famiglia con circa 28 figli che arriva nel primo pomeriggio e mi stende gli asciugamani praticamente sopra ai piedi, occultando anche le mie Birkenstock... alle cinque non ce la faccio più e levo le tende (e devo pure chiedere di riavere le mie ciabatte, per Diana!).

Ma come si dice qui, ça m'arrange, perché Daniel (sempre lui!) mi dice nel frattempo che la sera va al Mas de Saporta per le Festivales (vd post), quindi rientro, mi do una riassettata e riparto di slancio!

Giunta sul posto, dramma: c'è una folla immane, niente a che vedere con la volta scorsa! Dopo aver fatto giri su giri (e scartata l'ipotesi "parcheggio nel campo", visto che ho appena lavato la macchina), devo parcheggiare (ancora una volta, oggi) lontanissimo, nel bel mezzo del cantiere dove stanno lavorando per spostare l'A9 (ma qui c'è l'asfalto, la macchina è salva).
Una volta entrata, il delirio: file chilometriche per fare ogni cosa, bere, mangiare (le cipolle fritte stavolta me le scordo), in compenso incontro diversa gente che conosco, tra cui quella gran matta di Sandrine, con me nella foto che vedete qui a lato.

E ieri mattina, a Nimes per assistere alla visita guidata di Andréa all'anfiteatro. Pranziamo insieme, faccio un po' di shopping (ultimi saldi), ma il caldo è insopportabile, così faccio lo sforzo di salire ai Jardins de la Fontaine, dove mi adagio per un'oretta e mezza su una panchina a contemplare i rami degli alberi (e forse mi faccio pure una pennichella).
E una volta ripresa... SNCF mi riporta a casa.





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