martedì 26 agosto 2014

Ammazza, che fatica...

Ed eccomi qua, di nuovo reduce da un weekend da paura!

In realtà, ho anticipato il mio weekend "festaiolo" per poi lasciare spazio a quello lavorativo, che però è stato un po' festaiolo a sua volta per le ragioni che state per leggere.
So che è un gran casino, quindi procediamo con ordine...

Giovedi' scorso, concerto al Rockstore, mitico locale di Montpellier cha da trent'anni ospita noti artisti internazionali ed emergenti locali. Sul sito OVS Karine aveva lanciato un'uscita per il concerto di Luciano, cantante giamaicano di cui io sinceramente ignoravo l'esistenza (mea culpa). Visto che era un'uscita riservata a pochi membri (eravamo solo in 4), che era da una vita che non mi facevo un concerto, e che il reggae di giovedì sera mi garbava assai, ho detto: perché no?

Così alle 19 ci troviamo al Cubanito per l'aperitivo e alle 20.30 (le serate qui iniziano prestissimo!) varchiamo la porta sovrastata dalla Cadillac. Le ragazze mi spiegano che questo posto era in origine un teatro (e infatti noto ancora la loggia in alto) convertito poi a sala per concerti, anche se recenti lavori di ristrutturazione e messa a norma ne hanno cancellato l'antico fascino (narrasi che durante i concerti il pubblico che saltava facesse tremare incredibilmente le vecchie tavole di legno del pavimento...).

Per il resto che dire: pubblico modesto per quantità (situazione ottimale per potersi muovere un po'), Luciano e la sua band da urlo, anche se i "sermoni" tra un brano e l'altro erano sinceramente incomprensibili, e infatti tutti ci guardavamo un po' perplessi (ma che accento strano hanno i Giamaicani?). In breve: serata thumbs up.

Ma il vero delirio sarebbe stato solo la sera seguente. Mi ero iscritta, ancora su OVS, ad un'apparente serata tranquilla in un pub di Montpellier, The Egg. Le mie intenzioni erano quelle di arrivare, prendermi una birra o due, chiacchierare un  po' (oltre al solito Daniel c'erano due o tre ragazze che conoscevo, e altre persone mai viste) e tornarmene allegramente a casa, visto che l'indomani lavoravo (a mezzogiorno, quindi senza troppo stress, ma comunque a una certa mi sarei dovuta svegliare).

Senonché, dopo un'oretta, Daniel e le ragazze annunciano di voler andare a fare un giro alle Estivales.
Io declino l'invito, a) perché l'ultima volta c'era troppa gente e c'era da sgomitare per passare, b) perché pioviggina e non ho voglia di passeggiare sotto l'acqua, e quindi rimango sola pulzella con quattro baldi giovani (Cédric, Jonathan, Louis-David e Pierre-Olivier).

Ci facciamo un'altra birra, e poi l'idea: e se ci spostassimo al Barberousse? E andiamo al Barberousse: pieno come un uovo (e anche un po' claustrofobico), ci facciamo due shortini, ballicchiamo un po', per quanto l'angusto spazio ce lo permetta, e poi ci spostiamo al Cubanito (ancora?!), dove ci prendiamo una colonna di birra e balliamo a più non posso (che musica? di tutto!).


Non ancora soddisfatti, ultima tappa al Panama Café, dove DI NUOVO balliamo e balliamo (nel frattempo, Pierre-Olivier ci ha abbandonati a Place de la Comédie).
Risultato: torno a casa alle 4.30, stanca morta, ma che serata...

E sabato mattina: è la festa di Saint-Louis, Aigues-Mortes torna al XIII secolo, e noi con essa: per tutto il weekend siamo "costrette" a lavorare in abito medievale, non vi dico che sofferenza (tra il caldo, il sonno perduto e gli shortini che probabilmente ancora circolano).
Poco male, tutti i commercianti e i ristoratori della città si prestano al gioco, e anche i turisti possono affittare dei costumi per calarsi nel ruolo del cavaliere in partenza per la crociata o della principessa di turno...
Ma un cavaliere per noi, non c'è?






lunedì 18 agosto 2014

Ferragosto... Saint-Louis non ti conosco!

Oh Madonna, e che succede? A Ferragosto non lavoro, è la prima volta che succede da una decina d'anni a questa parte! Quindi... ne approfitto!

Giovedì sera a Nîmes con Audrey e Andréa, cena alla Locanda (pizza capricciosa un po' tanto rivisitata, con peperoni e melanzane, ma tutto sommato buona) e poi via, tutti in fila davanti l'ingresso dei Jardins de la Fontaine per la Féerie des Eaux, spettacolo d'acqua, luci e musica quest'anno incentrato sul tema "Costumes de fête". 
Dai clown del circo al Carnevale di Venezia, passando per il Re Sole e il Piccolo Principe, giochi d'acqua e luci a più non posso: leggermente caotico, forse, ma piacevole.

Venerdì 15, giorno di Ferragosto, pranzo a casa con Christine & famiglia (ristretta: eravamo solo in 5, sua sorella e la sua famiglia sono arrivati solo nel primo pomeriggio per un ritardo della nave dalla Corsica), io mi sono giustamente esibita nel mio magnifico tiramisù, che si è volatilizzato nel giro di 5 minuti (ma proprio non è rimasta neanche una briciola di savoiardo...).

Alle 4, parto alla volta di Sète: ho appuntamento con Daniel alle 6 per andare insieme alle Estivales de Pézenas, ma parto con largo anticipo prevedendo ingorghi... che puntualmente si presentano.
Alle 5 e mezza arrivo a destinazione (normalmente ci vogliono una cinquantina di minuti), e partiamo per Pézenas.

E' da un pezzetto che Daniel mi dice che devo visitare assolutamente questa città in occasione delle Estivales, che si tengono tutti i venerdì, ma tra una cosa e l'altra (e visto che Pézenas dista da Saint-Laurent almeno un centinaio di chilometri) non ne avevo ancora avuto occasione. Arrivati sul posto, troviamo François, un amico di Daniel che abita nel centro storico, che ci fa una visita guidata privata.
Devo dire che la città merita proprio una visita: eleganti edifici in pietra calcarea, palazzi signorili, piazzette e vicoli suggestivi, negozi di artigianato locale, perfino il barbiere dove si recava Molière, di passaggio con la sua troupe in città per diverse volte tra il 1650 e il 1656 (e qui mi preme una citazione dotta: Marcel Pagnol, scrittore, drammaturgo e commediografo marsigliese, ha scritto che se Jean-Baptiste Poquelin è nato a Parigi, Molière è nato a Pézenas).
Tutto ciò, aggiunto al clima delle Estivales, che non hanno niente a che vedere con quelle di Montpellier (là regna il caos, la folla, è uno spazio enorme; qui è tutto raccolto, più intimo ma non troppo, un'atmosfera da sagra di paese oserei dire), fa di Pézenas un luogo davvero suggestivo e agréable.
Ps: ho mangiato le stracciaporte, che qui si chiamano oreillettes! Non proprio identiche, ma molto simili...

E sabato, serata tapas y sangria a El Pincho Loco di Montpellier, un locale che ha aperto recentemente a pochi passi da Place de la Comédie. Una tavolata di 20 persone, tapas a volontà e sangria rossa (così così) e bianca (discreta), pasto finito in bellezza con una crema catalana che non mangiavo da una vita. A fine serata, alcuni se ne sono andati, altri hanno preferito proseguire nel pub di fronte.
Di che gruppo ho fatto parte io? Del secondo, naturalmente...



giovedì 7 agosto 2014

I need some spare time!

Come avviene ormai dall'inizio di luglio, ogni volta che ho dei giorni liberi cerco di sfruttare ogni singolo minuto per fare ciò che più mi va, perché qui pare che più mi guardo intorno e più trovo da fare...
Risultato?
Invece che rigenerarmi, il "riposo" mi sfinisce... mais tant pis!

Quindi già lunedì sera, dopo un estenuante tour de force durato 5 giorni (vi assicuro che passare 8 ore a giorno, con temperature tropicali, a ripetere le stesse cose a gente che è in vacanza e ha lasciato a casa il cervello, per cui la stessa frase che ripeti all day long la devi ripetere più volte anche alla stessa persona, può essere davvero stressante), mi sono concessa una serata a Palavas-les Flots con un gruppetto OVS.
Ci siamo presi una bella coppa di gelatozzo lungo Quai Cunq in tutta tranquillità, abbiamo riso e scherzato, peccato che il tipo seduto alla mia sinistra, rimasto nel mutismo fino a quel momento, d'un tratto ha iniziato a parlare di dieta, palestra, calorie e barrette di proteine per fare merenda, riuscendo inspiegabilmente a monopolizzare la scena.
Santo Cielo, tutti uguali questi uomini vanesi...

Martedì mi sveglio di buon'ora per andare al mare. E' l'inizio di agosto, è vero, ma solitamente alla spiaggia del Grand Travers la mattina non c'è nessuno, quindi posso azzardare.

La cosa inspiegabile, una volta arrivata sul posto, è che di parcheggi liberi neanche l'ombra (ho dovuto parcheggiare dall'altra parte del globo terrestre, in un parcheggio apparentemente nuovo ma dove nubi e nubi di polvere si levano ad ogni auto che passa, con la conseguenza inevitabile che la sera sono dovuta correre a lavare la macchina), ma una volta arrivata in spiaggia...il deserto!
E, cosa ancora più inspiegabile, nonostante l'ampia disponibilità di spazio, una nonnetta verso mezzogiorno pianta il suo ombrellone a circa trenta centimetri dal mio fianco sinistro.

Signò, ma perché non vai più in là???


Per non parlare poi della famiglia con circa 28 figli che arriva nel primo pomeriggio e mi stende gli asciugamani praticamente sopra ai piedi, occultando anche le mie Birkenstock... alle cinque non ce la faccio più e levo le tende (e devo pure chiedere di riavere le mie ciabatte, per Diana!).

Ma come si dice qui, ça m'arrange, perché Daniel (sempre lui!) mi dice nel frattempo che la sera va al Mas de Saporta per le Festivales (vd post), quindi rientro, mi do una riassettata e riparto di slancio!

Giunta sul posto, dramma: c'è una folla immane, niente a che vedere con la volta scorsa! Dopo aver fatto giri su giri (e scartata l'ipotesi "parcheggio nel campo", visto che ho appena lavato la macchina), devo parcheggiare (ancora una volta, oggi) lontanissimo, nel bel mezzo del cantiere dove stanno lavorando per spostare l'A9 (ma qui c'è l'asfalto, la macchina è salva).
Una volta entrata, il delirio: file chilometriche per fare ogni cosa, bere, mangiare (le cipolle fritte stavolta me le scordo), in compenso incontro diversa gente che conosco, tra cui quella gran matta di Sandrine, con me nella foto che vedete qui a lato.

E ieri mattina, a Nimes per assistere alla visita guidata di Andréa all'anfiteatro. Pranziamo insieme, faccio un po' di shopping (ultimi saldi), ma il caldo è insopportabile, così faccio lo sforzo di salire ai Jardins de la Fontaine, dove mi adagio per un'oretta e mezza su una panchina a contemplare i rami degli alberi (e forse mi faccio pure una pennichella).
E una volta ripresa... SNCF mi riporta a casa.





sabato 2 agosto 2014

JeuDiVin @ Nîmes!

Giusto per non smentirmi, ecco che di nuovo partecipo a una serata dove protagonista è... il vino!

Infatti, se a Montpellier ci sono le Estivales, a Nîmes ci sono i JeuDiVin, che hanno un po' lo stesso concept. La cosa meravigliosa è che i due eventi non si sovrappongono, cosi' volendosi fare proprio male, uno puo' fare Nîmes il giovedi' e Montpellier il venerdi'.

Quindi giovedi', finito il lavoro alle 19.45, mangio alla svelta un piatto indiano Picard nella nostra saletta, mi cambio al volo e parto diretta alla volta di Nîmes, dove Audrey mi aspetta insieme al suo amico Cédric. 
C'è un po' da penare per parcheggiare (bisogna dire che il tutto inizia alle 19, e sono già quasi le 21), fortunatamente la Twingo di Audrey la piazzi un po' dove vuoi, io con la Laguna starei ancora girando per trovare un posto...

Ci rechiamo subito nella piazza dietro la Cattedrale, dove ci mettiamo in fila per prendere il bicchiere e i biglietti (ora che ci penso, ho ancora il bicchiere in macchina! Devo dire, a onor del vero, che a Montpellier conviene di più, qui con 5€ hai bicchiere e due consumazioni, là-bas allo stesso prezzo le bevute sono tre), e subito dopo inizia la lotta per accaparrarsi un vinello.

Si', perché la piazza è piccola, e la calca è impressionante, considerando poi che Nîmes si trova in una conca fa anche un caldo pazzesco... quindi, riempito il bicchiere con un buon bianchetto fresco, ci spostiamo nell'adiacente Place du Chapitre, dove si balla il tango argentino, che io adoro (quasi quasi alla rentrée mi iscrivo a un corso, devo solo trovare un partner...).

Tornati nella mischia per conquistare il secondo vinello, ci dirigiamo verso la piazza della Maison Carrée, dove ci sono bancarelle di artigiani che vengono un po' da tutto il dipartimento. Un breve giro, e poi, un po' stanchini, ci riposiamo sui gradini della suddetta Maison Carrée, dove ci facciamo immortalare nella foto che vedete qui sopra.

Notare che se Audrey ha ancora del vino, io il mio l'ho finito da un pezzo...