Ed eccomi qua, di nuovo reduce da un weekend da paura!
In realtà, ho anticipato il mio weekend "festaiolo" per poi lasciare spazio a quello lavorativo, che però è stato un po' festaiolo a sua volta per le ragioni che state per leggere.
So che è un gran casino, quindi procediamo con ordine...
So che è un gran casino, quindi procediamo con ordine...
Giovedi' scorso, concerto al Rockstore, mitico locale di Montpellier cha da trent'anni ospita noti artisti internazionali ed emergenti locali. Sul sito OVS Karine aveva lanciato un'uscita per il concerto di Luciano, cantante giamaicano di cui io sinceramente ignoravo l'esistenza (mea culpa). Visto che era un'uscita riservata a pochi membri (eravamo solo in 4), che era da una vita che non mi facevo un concerto, e che il reggae di giovedì sera mi garbava assai, ho detto: perché no?
Così alle 19 ci troviamo al Cubanito per l'aperitivo e alle 20.30 (le serate qui iniziano prestissimo!) varchiamo la porta sovrastata dalla Cadillac. Le ragazze mi spiegano che questo posto era in origine un teatro (e infatti noto ancora la loggia in alto) convertito poi a sala per concerti, anche se recenti lavori di ristrutturazione e messa a norma ne hanno cancellato l'antico fascino (narrasi che durante i concerti il pubblico che saltava facesse tremare incredibilmente le vecchie tavole di legno del pavimento...).
Per il resto che dire: pubblico modesto per quantità (situazione ottimale per potersi muovere un po'), Luciano e la sua band da urlo, anche se i "sermoni" tra un brano e l'altro erano sinceramente incomprensibili, e infatti tutti ci guardavamo un po' perplessi (ma che accento strano hanno i Giamaicani?). In breve: serata thumbs up.
Ma il vero delirio sarebbe stato solo la sera seguente. Mi ero iscritta, ancora su OVS, ad un'apparente serata tranquilla in un pub di Montpellier, The Egg. Le mie intenzioni erano quelle di arrivare, prendermi una birra o due, chiacchierare un po' (oltre al solito Daniel c'erano due o tre ragazze che conoscevo, e altre persone mai viste) e tornarmene allegramente a casa, visto che l'indomani lavoravo (a mezzogiorno, quindi senza troppo stress, ma comunque a una certa mi sarei dovuta svegliare).
Senonché, dopo un'oretta, Daniel e le ragazze annunciano di voler andare a fare un giro alle Estivales.
Io declino l'invito, a) perché l'ultima volta c'era troppa gente e c'era da sgomitare per passare, b) perché pioviggina e non ho voglia di passeggiare sotto l'acqua, e quindi rimango sola pulzella con quattro baldi giovani (Cédric, Jonathan, Louis-David e Pierre-Olivier).
Ci facciamo un'altra birra, e poi l'idea: e se ci spostassimo al Barberousse? E andiamo al Barberousse: pieno come un uovo (e anche un po' claustrofobico), ci facciamo due shortini, ballicchiamo un po', per quanto l'angusto spazio ce lo permetta, e poi ci spostiamo al Cubanito (ancora?!), dove ci prendiamo una colonna di birra e balliamo a più non posso (che musica? di tutto!).
Non ancora soddisfatti, ultima tappa al Panama Café, dove DI NUOVO balliamo e balliamo (nel frattempo, Pierre-Olivier ci ha abbandonati a Place de la Comédie).
Risultato: torno a casa alle 4.30, stanca morta, ma che serata...
E sabato mattina: è la festa di Saint-Louis, Aigues-Mortes torna al XIII secolo, e noi con essa: per tutto il weekend siamo "costrette" a lavorare in abito medievale, non vi dico che sofferenza (tra il caldo, il sonno perduto e gli shortini che probabilmente ancora circolano).
Poco male, tutti i commercianti e i ristoratori della città si prestano al gioco, e anche i turisti possono affittare dei costumi per calarsi nel ruolo del cavaliere in partenza per la crociata o della principessa di turno...
Ma un cavaliere per noi, non c'è?
Così alle 19 ci troviamo al Cubanito per l'aperitivo e alle 20.30 (le serate qui iniziano prestissimo!) varchiamo la porta sovrastata dalla Cadillac. Le ragazze mi spiegano che questo posto era in origine un teatro (e infatti noto ancora la loggia in alto) convertito poi a sala per concerti, anche se recenti lavori di ristrutturazione e messa a norma ne hanno cancellato l'antico fascino (narrasi che durante i concerti il pubblico che saltava facesse tremare incredibilmente le vecchie tavole di legno del pavimento...).
Per il resto che dire: pubblico modesto per quantità (situazione ottimale per potersi muovere un po'), Luciano e la sua band da urlo, anche se i "sermoni" tra un brano e l'altro erano sinceramente incomprensibili, e infatti tutti ci guardavamo un po' perplessi (ma che accento strano hanno i Giamaicani?). In breve: serata thumbs up.
Ma il vero delirio sarebbe stato solo la sera seguente. Mi ero iscritta, ancora su OVS, ad un'apparente serata tranquilla in un pub di Montpellier, The Egg. Le mie intenzioni erano quelle di arrivare, prendermi una birra o due, chiacchierare un po' (oltre al solito Daniel c'erano due o tre ragazze che conoscevo, e altre persone mai viste) e tornarmene allegramente a casa, visto che l'indomani lavoravo (a mezzogiorno, quindi senza troppo stress, ma comunque a una certa mi sarei dovuta svegliare).
Senonché, dopo un'oretta, Daniel e le ragazze annunciano di voler andare a fare un giro alle Estivales.
Io declino l'invito, a) perché l'ultima volta c'era troppa gente e c'era da sgomitare per passare, b) perché pioviggina e non ho voglia di passeggiare sotto l'acqua, e quindi rimango sola pulzella con quattro baldi giovani (Cédric, Jonathan, Louis-David e Pierre-Olivier).
Ci facciamo un'altra birra, e poi l'idea: e se ci spostassimo al Barberousse? E andiamo al Barberousse: pieno come un uovo (e anche un po' claustrofobico), ci facciamo due shortini, ballicchiamo un po', per quanto l'angusto spazio ce lo permetta, e poi ci spostiamo al Cubanito (ancora?!), dove ci prendiamo una colonna di birra e balliamo a più non posso (che musica? di tutto!).
Non ancora soddisfatti, ultima tappa al Panama Café, dove DI NUOVO balliamo e balliamo (nel frattempo, Pierre-Olivier ci ha abbandonati a Place de la Comédie).
Risultato: torno a casa alle 4.30, stanca morta, ma che serata...
E sabato mattina: è la festa di Saint-Louis, Aigues-Mortes torna al XIII secolo, e noi con essa: per tutto il weekend siamo "costrette" a lavorare in abito medievale, non vi dico che sofferenza (tra il caldo, il sonno perduto e gli shortini che probabilmente ancora circolano).
Poco male, tutti i commercianti e i ristoratori della città si prestano al gioco, e anche i turisti possono affittare dei costumi per calarsi nel ruolo del cavaliere in partenza per la crociata o della principessa di turno...
Ma un cavaliere per noi, non c'è?